«Sono ferita e indignata»
Silvia Giralucci:
«Nel manifestino fatto stampare dalla famiglia di Pelli ci sono parole che non posso condividere. Ho cercato don Dossetti che mi ha spiegato la sua scelta in modo ragionevole»

«Ho visto sul Corriere della Sera per la prima volta la foto di Fabrizio Pelli, il brigatista che sparò in testa a mio padre... La notizia che mi piomba addosso mentre vorrei stare tranquilla in spiaggia con mio marito e i miei figli è che il parroco della chiesa di San Pellegrino a Reggio Emilia, don Giuseppe Dossetti, ha deciso di celebrare una messa in suo suffragio... Sono attonita... Nelle parole scelte per commemorare Pelli c’è il germe della follia degli anni di piombo... Quest’idea mi indigna e ferisce. Il primo istinto? Di chiederne conto a quei fratelli. Ma, ha un senso? Avrebbe senso porre queste domande a Fabrizio Pelli, Roberto Ognibene, Susanna Ronconi, Martino Serafini, Giorgio Semeria, Renato Curcio, Mario Moretti e Alberto Franceschini... Il polverone sollevato dalla decisione di don Giuseppe Dossetti di celebrare una messa per Pelli mi sembra invece eccessivo... Ho cercato don Dossetti, gli ho parlato e mi ha spiegato la sua scelta in una maniera che mi è sembrata ragionevole... “Premetto - ha precisato - che la mia condanna del terrorismo è netta... La famiglia di Fabrizio Pelli ha fatto stampare quel manifestino... Una copia era nella bacheca della parrocchia. C’erano parole che non posso condividere... Ho cercato di dire qualcosa che avesse un senso dal punto di vista cristiano e ho deciso di celebrare una messa in suffragio di Pelli e delle vittime delle Brigate Rosse... Un cristiano prega per i peccatori”, ha aggiunto. Gli ho chiesto se in base a questo stesso principio avrebbe celebrato il funerale di Piergiorgio Welby. Mi ha risposto di sì... Non sono una cattolica praticante, ma sono convinta che sia necessario fare sforzi... per vedere la realtà attraverso gli occhi dell’altro. Non ho nulla da dire se un sacerdote celebra una messa per un peccatore morto».
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