Staminali, nuova scoperta mondialedi tre ricercatori veneti

Un articolo pubblicato sulla rivista scientifica «Blood», a firma di Marina Cavazzana (foto), Paolo De Coppi e Andrea Ditadi, annuncia alla comunità scientifica il risultato raggiunto dopo tre anni di ricerca: dal liquido amniotico si possono ricavare cellule del sangue per combattere alcune malattie genetiche
LA SCHEDA Gli scenari della scoperta
Paolo De Coppi
Paolo De Coppi
Hanno mosso i primi passi, hanno apposto il proprio nome su una ricerca che dà nuove speranze alla cura delle malattie genetiche su bimbi ancora in grembo. Un articolo pubblicato sulla rivista scientifica «Blood», a firma di Marina Cavazzana Calvo (veneziana), Paolo De Coppi (trevigiano di Conegliano) ed Andrea Ditadi (veneziano di Dolo, residente a Noventa Padovana), annuncia alla comunità scientifica internazionale il risultato raggiunto dopo tre anni di ricerca: dal liquido amniotico si possono ricavare cellule del sangue che, corrette in laboratorio, possono combattere alcune malattie genetiche che un bambino ancora in utero può presentare in seguito ad un esame prenatale come l’amniocentesi.


A tagliare il nuovo traguardo un team di scienziati che ha lavorato tra Parigi, Londra e Padova grazie alla Fondazione Città della Speranza che ha finanziato lo studio in cui spiccano tre volti noti della clinica di Oncoematologia pediatrica dell’azienda ospedaliera di Padova: Cavazzana Calvo, De Coppi, Ditadi. La prima che per anni ha studiato a Padova con Giuseppe Basso (attuale direttore del dipartimento di Pediatria), Luigi Zanesco e Modesto Carli (rispettivamente ex direttore e direttore di Oncoematologia), ora è responsabile del Dipartimento di Bioterapia dell’ospedale Necker di Parigi.


De Coppi, invece, trevigiano di 37 anni e padre della scoperta delle cellule staminali nel liquido amniotico, vive fra Londra e Padova: primario al Great Ormond Street Hospital, il più grande ospedale pediatrico d’Europa, nella città del Santo è chirurgo pediatra a contratto e guida un progetto di ricerca finanziato dalla Città della Speranza. Ditadi, 30 anni, tra pochi giorni ed allievo di Marina Cavazzana Calvo, divide la sua vita tra il reparto diretto da Carli, il centro veneto di Medicina molecolare di via Orus e Parigi. Le strade intraprese li hanno portati in nazioni diverse, ma si sono ritrovati lungo il cammino della ricerca. Insieme hanno scoperto cellule del sangue nel liquido amniotico.


«Si tratta di cellule staminali ematopoietiche che danno origine a tutte le cellule del sangue - ha sottolineato Cavazzana - una scoperta che apre scenari nuovi nella cura delle malattie genetiche dei bambini: quando si dovesse presentare in un feto una patologia di tipo genetico, individuata in seguito ad una diagnosi prenatale, si potrebbero raccogliere le cellule del sangue che si trovano nel liquido amniotico, correggerle ed iniettarle nel bambino al momento della nascita o addirittura prima».


Carli e Zanesco sono orgogliosi più che mai dei successi dei loro allievi. Al loro riconoscimento si unisce quello di Andrea Camporese, presidente della Città della Speranza: «Il 16 marzo iniziano i lavori per la torre della ricerca: i risultati di Cavazzana Calvo, De Coppi e Ditadi sono la dimostrazione che i cervelli ci sono, basta solo trovare le risorse».

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