Studenti-muratori aggiustano la scuola

I ragazzi della quinta D: «Deprimente un’aula tetra e malconcia»
Durante l’ultima guerra, una parte del chiostro del 1400 di Sant’Anna, dove dal 1869 è operativo l’Istituto tecnico per geometri Giovambattista Belzoni di via Speroni, venne distrutta dalle bombe. Furono gli allievi della scuola a ricostruirlo. Ora anche i 16 studenti della V D si sono improvvisati imbianchini e muratori mettendo a nuovo la loro aula dalle pareti al salnitro e dagli intonaci insudiciati dal tempo. Stanno lavorando tutti i pomeriggi al di fuori dell’orario scolastico. Presto la loro opera avrà tocchi cromatici in grado di «catturare» la luce dall’esterno: soffitto bianco, pareti giallo oro e battiscopa con piastrelle variopinte.


A riceverci è la preside Cristina Pollazzi. L’accompagna il professor Marco Capovilla di estimo. La dirigente fa la cronistoria degli avvenimenti. «La Provincia ha stanziato da tempo tre milioni di euro per la ristrutturazione generale dell’istituto. Sono previsti lavori anche al chiostro interno, al tetto, ai serramenti, ai corridoi ed in tantissime aule. Avendo la burocrazia scolastica iter imprevedibili, gli studenti hanno fatto bene a cominciare i lavori da soli senza attendere i tempi tecnici del bando di gara e dell’assegnazione dell’appalto».


La Fondazione della Cassa di Risparmio ha finanziato la creazione di un museo d’istituto. A farci da Cicerone è il professor Paolo Gallo, l’anima di questa struttura di nicchia. «Alcuni oggetti qui esposti sono precedenti alla costituzione ufficiale dell’istituto. Come il telescopio newtoniano a specchio riflettente del 1752, costruito a Stoccolma» puntualizza con fierezza.


Arriviamo all’aula della V D, già rifatta a metà. «I ragazzi ci stanno dando dentro, ma senza smettere di studiare e facendo gli straordinari extrascolastici» puntualizza il professor Capovilla che funge un po’ da «nonno» di questi alunni, sapendo ben calibrare la bonomia con l’autorevolezza. «Tutto è nato da una battuta degli allievi Gianluca Lotto e Matteo Cellini, durante l’ora di estimo. L’idea venne accolta con entusiasmo dall’intera scolaresca, unanime nell’accettare la sfida.


Un’ora dopo anche la preside dette il suo assenso. E i lavori sono partiti alla svelta. Gli alunni hanno già rifatto gli intonaci e stanno sistemando la porta. Tra qualche giorno faranno il battiscopa con una sequenza di piastrelle in tinte armoniche. E il papà di un’alunna porterà un’impalcatura mobile. Con un rullo, gli studenti coloreranno di bianco il soffitto, mentre le pareti saranno dorate. Entro la prossima settimana l’aula verrà restituita alla classe».


Lisa Miotello parla a nome degli altri compagni. «Trovavamo deprimente passare il nostro ultimo anno in un’aula così tetra e malconcia. Quando Gianluca e Matteo fecero balenare la possibilità di eseguire noi i lavori per abbellirla, ci siamo mossi all’unisono acquistando malta, stucco e strumenti del mestiere. Mio padre ha invece procurato le piastrelle. Un valido aiuto ci è arrivato dal collaboratore scolastico Sabatino Santaniello. La nostra professoressa d’italiano Floriana Ortolan caldeggia un battiscopa con colori fantasiosi alla Gaudì. Verrà accontentata coi tubi rossi di contrasto. Seguiremo i consigli della professoressa Ester Antonelli che insegna disegno e progettazione».


Una V D polivalente. Due ragazzi hanno già curato la regia di film, altrettanti la sceneggiatura. E alla bisogna falegnami, muratori e imbianchini. Ma soprattutto coesi e fieri del lavoro svolto. Emblematica la frase dell’alunno Andrea Valerio Peraro: «Il primo che scopro a fare anche un segnetto sul muro, farà i conti con me».

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