«Sui 40 mila affitti dell’Ater la Lega è stata costretta a ingranare la retromarcia»

Pd, M5s e Veneto 2020 esultano per la delibera che taglia i canoni Il comitato degli inquilini resta però sul piede di guerra «No ai 40 euro per gli over 75»
Battaglia Terme (PD), 3 novembre 2018. Protesta alla C&C per l'inquinamento tossico. Nella Foto: il consigliere regionale Piero Ruzzante
Battaglia Terme (PD), 3 novembre 2018. Protesta alla C&C per l'inquinamento tossico. Nella Foto: il consigliere regionale Piero Ruzzante

venezia. Il dietrofont della giunta veneta sugli affitti Ater? E’ merito del centrosinistra, dicono in coro Pd, M5S e le liste dela minoranza di sinistra di Veneto 2020 che ricordano le battaglie in consiglio regionale. Chi non è ancora d’accordo è invece il Coordinamento regionale i inquilini Ater, che boccia il canone di 40 euro al mese per gli over 75 con 6 mila euro di reddito l’anno. Si tratta di una proposta irricevibile, dicono in una nota.

«Avevamo ragione, così come l’avevano i sindacati e gli inquilini, siamo pienamente soddisfatti della retromarcia della Giunta che ha riconosciuto le storture della legge sugli alloggi popolari, denunciate dal Pd da due anni a questa parte», dicono Stefano Fracasso e Claudio Sinigaglia del Pd. «Sono stati fatti significativi passi in avanti. Una buona notizia per anziani e famiglie con disabili che rischiavano di finire ‘fuori casa’ per aver incassato la liquidazione, dopo una vita di lavoro, o per avere l’assegno di accompagnamento».

Di “ko tecnico” per la Giunta Zaia, parla Piero Ruzzante: «Sono stati costretti ad ammettere che le novità della legge regionale 39/2019 erano di fatto inapplicabili a meno di non voler causare una vera e propria macelleria sociale. Siamo soddisfatti», spiegano i consiglieri regionali del coordinamento Veneto 2020: «la legge voluta dalla Lega metteva in strada 5823 famiglie, con le modifiche presentate oggi il numero si riduce a 269 che usciranno entro due anni. Un risultato raggiunto grazie alla mobilitazione degli inquilini e all'opposizione dura in consiglio regionale. Siamo riusciti ad ottenere garanzie per anziani e disabili e criteri più ragionevoli sia per quanto riguarda i limiti alla permanenza che per il calcolo dei canoni. Insomma, abbiamo costretto la Giunta Zaia a fare dietrofront, non su tutta la linea ma poco ci manca. Restano alcune criticità per la presenza del canone minimo, uno stratagemma della Regione per scaricare sulle casse comunali le situazioni più delicate di quei nuclei in condizione di indigenza che non possono sostenere la spesa di 40 euro al mese. Un’altra vittoria parziale riguarda l’aumento medio del canone, che non sarà più del 40% come previsto dalla Giunta Zaia, ma più contenuto: ora si parla di un aumento medio del 13,4%. Ma dal prossimo anno sono previsti ulteriori aumenti ed è questo il motivo per cui insieme alle colleghe Guarda e Bartelle abbiamo votato contro. Siamo stati gli unici», conclude Piero Ruzzante.

E il M5S? «Accogliamo con soddisfazione ogni provvedimento che vada incontro ai veri bisogni del meno abbienti. Ci eravamo detti in disaccordo con il miope rigore con il quale la Regione voleva applicare parametri di accesso all’edilizia popolare. Ora recepire il dato dell’età, andando ad esempio oltre la rigida logica dell’ISee, è una linea che ci dà ragione. Un dietrofront? Per certi versi sì, ma visto che va incontro a diritti sacrosanti, lasciamo perdere la polemica e difendiamo i diritti dei cittadini», dicono Jacopo Berti e gli altri grillini.

L’ultima battuta all’assessore Manuela Lanzarin: «Abbiamo dimostrato grande attenzione agli anziani e ai disabili, la legge non è stata stravolta ma mitigata negli effetti, non si calpesta nessun diritto alla casa». —

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