«Tamponi rapidi in farmacia, pronti a partire Segnaleremo i positivi al sistema regionale»

L’INTERVISTA
/ MESTRE
Sono già 500 le farmacie legate a Federfarma che, in Veneto, hanno manifestato la volontà di aderire al protetto dei tamponi rapidi. Da ieri sono possibili le registrazioni sulla piattaforma regionale per l’accreditamento, e già oggi le prime potrebbero essere operative. Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto che rappresenta 1. 200 farmacisti, spiega cosa attende la categoria. «Un elenco degli aderenti deve essere ancora stilato, la cosa è stata decisa in tempi molto stretti. Non conosciamo i tempi tecnici, ma è plausibile che si possa andare a regime da lunedì prossimo».
Quante adesioni vi aspettate?
«Stimiamo un 40% degli associati. Chi ha manifestato finora la volontà di farlo, deve però capire se ci riuscirà».
Come affrontate questa novità?
«Siamo stati in prima linea fin dall’inizio dell’emergenza, e abbiamo lavorato per dare alla cittadinanza la percezione che la farmacia è un posto sicuro dove ricevere servizi professionali in un ambiente familiare. Non vogliamo intaccare questo importante aspetto».
Quali sono le criticità?
«Dobbiamo capire come organizzare il servizio: all’esterno della farmacia con un gazebo, o all’interno non in orario di apertura al pubblico, se non sono disponibili locali che garantiscano percorsi sicuri e distanziamento. Le farmacie che invece dispongono di ambulatori potranno usarli, ma sono poche».
Il tutto senza sovrapporsi a Usl e medici di famiglia.
«Esatto, da noi non verranno solo persone che hanno il dubbio di essere positive. La nostra forza sarà la capillarità sul territorio».
Chi farà i tamponi?
«Prenderemo contatto con l’Ordine degli infermieri e le cooperative».
C’è polemica sul costo di 26 euro a tampone?
«No, siamo consapevoli di ciò che stiamo facendo. Questa non deve diventare un’attività imprenditoriale parallela alla vendita di farmaci, ma un servizio ulteriore. Ci aspettiamo che i costi siano pari o inferiori».
Chiederete di poterli somministrare pure voi?
«La scarsa disponibilità di infermieri è il problema principale, e uno dei motivi per cui la Regione ci ha chiesto una mano. Contiamo nelle prossime settimane di poterli somministrare anche noi farmacisti, dopo adeguata formazione e in piena sicurezza».
Quante ore destinerete al servizio?
«Dipende dall’area geografica e dalla città. Nel Bellunese, ad esempio, il settore pubblico offre già una risposta efficace. Nelle grandi città, rispetto alle zone decentrate, ci sarà per forza maggiore richiesta. Alcune farmacie magari dovranno garantirli tutti i giorni, altre molti meno».
Per le consegne dei tamponi come farete?
«Abbiamo accordi con grossisti e aziende, che renderanno disponibili i tamponi in tempi brevissimi. Siamo abbastanza sereni. Rispetto alle forniture regionali, per noi i tempi saranno più rapidi».
Come gestirete un eventuale paziente positivo?
«Lo segnaleremo attraverso il portale regionale, perché venga tracciata la positività. Lui stesso dovrà contattare il medico di famiglia per proseguire l’iter». —
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