Tassa sulle auto diesel, per la Cgia "a rischio 50 mila posti di lavoro"

Il centro studi della Confartigianato di Mestre evidenzia i pericoli insiti nella misura che sarebbe allo studio del governo: "Verrebbe colpito il settore dell'autoriparazione" 
Commuters drive in their cars to work in Gelsenkirchen, Germany, Tuesday morning, Feb. 27, 2018. (ANSA/AP Photo/Martin Meissner) [CopyrightNotice: Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved.]
Commuters drive in their cars to work in Gelsenkirchen, Germany, Tuesday morning, Feb. 27, 2018. (ANSA/AP Photo/Martin Meissner) [CopyrightNotice: Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved.]

VENEZIA. No alla tassazione su auto diesel e benzina si mettono a rischio 50 mila posti di lavoro nell'autoriparazione. Ad affermarlo la Cgia di Mestre che esprime, in una nota, un secco no all'ipotesi di una ulteriore tassazione sulle nuove auto a benzina e diesel per favorire l'acquisto di quelle elettriche pur rimanendo favorevole alle vetture 'green'.

«Già oggi in Italia sul settore dell'auto grava un carico fiscale di oltre 70 miliardi di euro all'anno - rileva Paolo Zabeo della Cgia - un record negativo che nessun altro Paese ci invidia. Con questa ennesima stangata, inoltre, a pagare un conto salato sarebbe anche una buona parte dei 150 mila addetti che trovano lavoro nel settore dell'autoriparazione».

«Incentivando l'elettrico a scapito delle auto alimentate a benzina o diesel - rileva -, molti meccanici auto, ad esempio, rischierebbero di veder crollare il proprio fatturato, visto che le auto elettriche presentano pochissime parti mobili. E non è da escludere che tra elettrauto e meccanici nel giro di un paio di anni sarebbero almeno 50 mila addetti che sarebbero costretti a trovarsi un altro lavoro».

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