Tav “prigioniera” della stazione di Vicenza

L’alta velocità dei treni rischia di bloccarsi ad Altavilla. La Cgil lancia l’allarme: Rfi segua il modello Padova–Mestre
convegno camera di commercio on Lupi 05-12-14
convegno camera di commercio on Lupi 05-12-14

PADOVA. L’alta velocità dei treni? Rischia di fermarsi ad Altavilla Vicentina perché il nodo della nuova stazione di Vicenza è ancora tutto da risolvere. A lanciare l’allarme è la Cgil che chiede al governo di accorciare le tappe perché sono passati 16 mesi da quando l’allora ministro Maurizio Lupi, proprio a Vicenza, incontrò il sindaco Variati e gli imprenditori per assicurare che il governo aveva stanziato 3 miliardi da spendere subito per completare il tratto Verona-Vicenza e poi l’asse fino a Padova. A suggerire la proposta fu proprio Roberto Zuccato, leader degli imprenditori veneti, nel consenso generale: nuova stazione a Vicenza Fiera per l’alta velocità e interramento del fascio dei binari di monte Berico con stazione bis per l’area metropolitana. Poi un tunnel sotterraneo con annesso canale per evitare l’alluvione stile nuovo-tribunale. Massima urgenza nella procedura, con la giunta Variati bravissima a rispettare il cronoprogramma e a dribblare l’opposizione M5s di Cappelletti con il via libera del 15 gennaio 2015.

Perché non si è fatto un passo avanti ed Elena Di Gregorio con Ilario Simonaggio della Cgil, riaprono il dibattito? Le responsabilità ricadono tutte su Rfi (cioè le Fs) che non condivide l’idea di creare due stazioni a Vicenza. E così sta prendendo piede l’ipotesi di completare i lavori fino ad Altavilla Vicentina e poi riprenderli dal capoluogo berico a Padova. A fine anno dovrebbe aprire il tratto Treviglio-Brescia, 36.6 km a fianco la nuova autostrada Bremebi. Si lavora su due progetti esecutivi che collegano Brescia a Verona senza passare per Desenzano del Garda e poi Verona con Vicenza Ovest. Nessuna novità è annunciata invece per il collegamento con Padova.

Nel frattempo la segretaria regionale della Cgil, Elena di Gregorio, con i segretari provinciali di Verona e di Vicenza ha inviato a Carlo Di Gianfrancesco, responsabile del procedimento d'impatto ambientale per l'Av, un documento di otto pagine con le osservazioni raccolte sul territorio. «Realizzare due stazioni a Vicenza sarebbe una scelta illogica. Detto questo, però, invitiamo Italferr a rivedere il percorso del sublotto da Verona Porta Vescovo ad Altavilla Vicentina che non deve passare più per San Bonifacio per non distruggere i magnifici vigneti veronesi e vicentini», spiega Ilario Simonaggio.

«Per completare la Tav basta quadruplicare i binari e seguire di pari passo il modello Av tra Padova e Mestre( 24 km), aperta a marzo 2007, costata 20 milioni di euro a km, un vero record di virtuosità. Il collegamento tra Venezia e Milano non avrà mai la stessa valenza della Torino-Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli-Salerno. Per collegare città come Brescia, Verona, Vicenza e Padova serviranno treni che viaggeranno al massimo a 250 km l'ora visto che si fermeranno ogni 30 minuti».

La Cgil si fa anche portavoce di una proposta tecnica. «Perché non si passa ad un unico lotto tra Brescia e Padova senza suddividere in 7 tranches gli appalti? La tabella di marcia oggi prevede singoli appalti per la Treviglio-Brescia, poi la Brescia-Verona Porta Nuova, da qui ad Altavilla per concludere con la Vicenza Est-Grisignano di Zocco-Padova. Uno spreco di costi nella progettazione e troppi sub-appalti con il rischio di infiltrazioni mafiose», conclude la Cgil.

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