Terrorismo, espulsi due cugini Avevano contatti con l’Is
CONEGLIANO. Tenevano contatti con Imam islamici salafiti che cercavano proseliti e reclutavano foreign fighters destinati ad ingrossare le fila dei combattenti dello Stato Islamico in Siria o in Iraq. Avevano iniziato un percorso di radicalizzazione tale da indurli a manifestare agli amici l’intenzione di partire per la Siria ed arruolarsi nel Daesh contro l’esercito siriano di Assad. Per questo motivo, gli agenti della Digos di Treviso e di Venezia, all’alba di giovedì, si sono presentati alle porte di casa di due operai edili macedoni, uno residente a Susegana e l’altro domiciliato a Conegliano, per notificare il decreto di espulsione “per motivi di prevenzione del terrorismo”, emesso dal ministro dell’Interno Marco Minniti. I due macedoni in questione erano lavoratori che operavano nei settori dell’edilizia e della carpenteria. Si tratta di Fikret Daliposki, 45 anni di Susegana, sposato, ed il suo cugino Berzat Daliposki, 43 anni di Conegliano, celibe. Ora si trovano in Macedonia. Nella serata di giovedì, dopo che il giudice aveva convalidato il provvedimento del questore di Treviso, i cugini macedoni sono stati imbarcati in un aereo decollato dall’aeroporto Marco Polo di Venezia e atterrato un paio di ore più tardi a Skopje, la capitale della Macedonia. Sono tornati nella natia Boroec, una cittadina, nella parte occidentale della Macedonia, ai confini con l’Albania. Per almeno dieci anni, tale è l’effetto del decreto di espulsione, non potranno rientrare in Italia.
I cugini macedoni erano finiti nel mirino degli agenti della Digos di Treviso e Venezia, ad inizio 2017, quando furono arrestati nel capoluogo veneto quattro giovani kosovari che progettavano un attentato a Rialto. È più o meno in quel periodo che l’attenzione degli investigatori si concentra su un gruppo di macedoni radicalizzati. In particolare sui cugini Daliposki. Si tratta di due lavoratori che vivono nella zona del Coneglianese, incensurati, in apparenza tranquilli. In realtà così non è.
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