Urso: «Due mandati sono un impegno gravoso». E brinda con Speranzon
Il ministro per le Imprese a Mestre per inaugurare la Casa del Made in Italy. I Fratelli veneti hanno convinto Meloni a lottare per il candidato alle regionali: «Tutti dovranno anteporre l’interesse nazionale alle legittime ambizioni»

«Credo che due mandati siano un impegno davvero gravoso, importante e significativo». E quindi due bastano e avanzano per Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy che giovedì 22 maggio a Mestre, nel palazzo delle Poste di via Torino, ha inaugurato la ventesima sede della “Casa del Made in Italy”. È stata anche un’occasione per parlare di terzo mandato e di elezioni regionali in Veneto.
Urso ha mantenuto un aplomb istituzionale e non si è lasciato trascinare dalla partigianeria politica. Ma ancora una volta, da tutto l’entourage dei Fratelli, è emersa forte la voglia di prendere la guida della Regione.
Accanto a Urso c’era anche il senatore veneziano Raffaele Speranzon, nome che Giorgia Meloni porterà lunedì nel tavolo del centrodestra. Lui non conferma, non smentisce e non spiccica una parola. Sorride però, quello sì. E stringe mani.
Alcuni iscritti del partito l’hanno accolto facendogli i complimenti, dopo aver letto in questo giornale la notizia della sua nomination. Lui abbozza sornione. Era presente all’atto costitutivo del partito ed è rimasto fedele alla fiamma in tutti questi anni, anche quando le percentuali ai sondaggi erano infinitesimali. Ora si ritrova seduto su una Ferrari e sembra davvero intenzionato a competere.
Fonti confidenziali interne a Fratelli d’Italia raccontano di contatti quotidiani tra Speranzon e la premier. Sono stati lui e il segretario regionale Luca De Carlo a trasferire alla leader politica del primo partito d’Italia quanto sia forte l’istanza che viene dal territorio per un cambio di governance. E Meloni, che si fida dei suoi colonnelli, ha deciso di sposare la causa.
«Farà di tutto per prendersi il Veneto», confida un altro beninformato all’interno di FdI. Del resto, se per un argomento fondante come il terzo mandato Matteo Salvini in Cdm ha solamente manifestato la propria (timida) contrarietà, di certo non farà cascare il governo per ottenere in Veneto un candidato leghista.
Una volta sistemato Fedriga e bloccata sul nascere la crisi in Friuli Venezia Giulia non resterà che parlare con Luca Zaia. Secondo i Fratelli veneti, una volta trovato un posto di prestigio al “Doge”, magari un ministero di peso, anche la fronda leghista che considera il Veneto la linea del Piave scenderà a più miti consigli.
Ovviamente queste sono le speranze che nutre FdI in Veneto, poi però bisognerà affrontare la realtà. E la realtà vede un confronto molto complesso tra la forza politica che governa da un ventennio e quella che si candida a farlo in ragione dei numeri nei sondaggi.
«Mi auguro che non si faccia del terzo mandato un argomento di scontro politico», ha detto Urso. «Perché noi abbiamo bisogno di lavorare insieme, sempre e comunque. Penso che tutti debbano anteporre l’interesse nazionale alle pur legittime ambizioni personali».
Ora comunque le carte del centrodestra sono state tutte scoperte: FdI presenterà al tavolo il nome di Speranzon, la Lega proporrà Alberto Stefani e Forza Italia Flavio Tosi.
Le regioni che andranno al voto sono sei: Veneto, Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Campania e Puglia. È questo lo scacchiere in cui dovranno agire i partiti. Con un dato di fatto importante da cui FdI vuole partire: nessuna regione al Nord è amministrata da Fratelli d’Italia.
La Lega ha Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Forza Italia ha il Piemonte. Giorgia Meloni sembra essere convinta a iniziare a piantare qualche bandierina. Per farlo dovrà però trovare un accordo con i leghisti, che considerano il Veneto la culla del partito.
«Che sia scelto il migliore nella piena intesa della coalizione», è l’auspicio di Urso. «Qui nel Veneto si è dato l’esempio del buongoverno, oggi FdI è di gran lunga la prima forza politica. Quindi può e deve dimostrare di sapere tenere unita la coalizione».
E sul nome di Raffaele Speranzon? «Perché dovrei bruciare un caro amico?», risponde sorridendo il ministro.
Un’altra notizia che certifica l’assetto combat dei Fratelli è l’ormai imminente tesseramento dell’assessore veneziano Simone Venturini, presente alla Casa del Made in Italy in rappresentanza del Comune.
Venturini, amministratore stimato organico al popolo fucsia di Brugnaro, ha deciso di entrare in FdI. Ed è un ingaggio che potrebbe rivelarsi strategico sia per le regionali che per le amministrative a Venezia.
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