Torna il mitico marchio Valsport

PADOVA. «Un’autentica passeggiata a ritroso nel tempo».
Come un boomerang, che ne è simbolo e logo, Valsport rinasce (valsport.it), tornando alle origini: al fatto a mano in Italia, alla qualità e alla propria storia. Ma in una versione attuale, casual e premium. Pronta a conquistare un pubblico internazionale.
Era il 1920 quando Antonio Valle, 18enne padovano, avviava Valsport. Industria dietro il Tribunale, negozio in piazza Insurrezione; dove ora c’è la Mondadori. Si parte dal nulla e si arriva al successo. A calzare le scarpe Valsport negli anni 60-70 ci sono i grandi campioni dello sport: Gigi Riva, Fabio Capello, José Altafini.
L’azienda diventa anche fornitrice ufficiale della Juventus. Il timone passa intanto nelle mani del figlio Guido che fino al 2011 detiene la proprietà del marchio nonostante la difficile competizione con i big player mondiali del calibro di Adidas e Nike. Nel 2005 con l’ingresso di un’azionista olandese si tenta il rilancio ma fu un flop. A distanza di 7 anni, nuove forze sono in campo.
Da pochi mesi sono co-proprietari del marchio gli inglesi della Fusion International ma il vero driver è la partnership con la padovana Rewind in capo a Siro Toniolo, Luigi Fincato e Sergio Luis Marega. Rewind dal 2012 reinventa le scarpe di una volta: le Track 1 sono le prime lanciate a mercato, oggi siamo a 12 diversi modelli. I tre si innamorano della storia Valsport e coinvolgono Valle per dare nuova vita al prodotto. In queste settimane sono in distribuzione i primi due modelli Valsport in 35 punti vendita Italia.
A fine anno saranno 100 shop, poi il salto in Europa grazie a Fusion. Rewind ha firmato per una licenza decennale di produzione made in Italy. In commercio le antiche Devis rivisitate in nappa, cucite a mano, con suola da tennis invecchiata, nell’originale scatola verde in versione vintage. A breve sarà a mercato anche la rivisitazione delle le prime Valsport running e una collezione donna con logo di pelle pitonato. «E’ un progetto condiviso e in cui credo - spiega Guido Valle - il mio ruolo oggi è custodire la memoria e rappresentare la continuità».
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