Toscani: «Veneti, popolo di ubriaconi e alcolizzati»

VENEZIA. C’è il Paese di santi, poeti, navigatori. E c’è la terra promessa degli avvinazzati. La nostra. «I veneti? Un popolo di ubriaconi e alcolizzati atavici, come i nonni, i padri, le madri. Poveretti, non è colpa loro. Se uno nasce in quel posto, è un destino. Basta sentire l'accento veneto: è da ubriachi, da alcolizzati, da ombretta, da vino». Così parlò Oliviero Toscani, creativo pubblicitario e maestro di provocazioni mediatiche, ospite di turno ai microfoni della «Zanzara», collaudata dispensatrice di zizzania su Radio 24.
Apriti cielo. «Ho cose più importanti cui dedicarmi», la premessa un po’ sdegnosa di Luca Zaia, che gioventù ha ricevuto il diploma di enologo e predilige di gran lunga i vitigni ai salotti «tuttavia, di fronte a frasi come queste, credo che il dovere di un presidente del Veneto, che tutti rappresenta, sia quello di fare chiarezza. Chiedo quindi al signor Toscani, che ben conosce la nostra terra dove ha avuto modo di lavorare credo con soddisfazione, o di rettificare eventuali cattive interpretazioni delle sue parole o di cogliere l'occasione per scusarsi immediatamente con cinque milioni di veneti»; questi ultimi, chiude il governatore, «conoscono la tolleranza però sanno anche che la libertà di ognuno di noi finisce dove comincia quella degli altri. Per il futuro un consiglio, ripetere spesso un antico adagio veneziano che così recita: prima de parlar tasi!».
Viceversa, non tace affatto la Liga-Lega, che mobilita i parlamentari al gran completo - Bragantini, Busin, Caon, Marcolin, Prataviera, Bellot, Bisinella, Munerato, Stefani, Tosato - lesti a rinfacciare all’incauto fotografo i trascorsi redditizi alla United Colors di Ponzano: «Toscani si ricordi che deve la sua fama a una famiglia veneta, i Benetton che, a giudicare dai fatti, forse erano davvero “ubriachi” quando gli hanno affidato le proprie campagne pubblicitarie. Se personaggi come lui rappresentano l'anima culturale della sinistra, si capisce bene perché la sinistra è morta. Non ci curiamo delle sue provocazioni, estremo tentativo di elemosinare un titolo, ma le offese non sono tollerabili»; conclusione perentoria: «Sputa sul piatto in cui ha mangiato, quando parla del nostro popolo si sciacqui la bocca».
E lui? L’insolentissimo Oliviero, come ribatte? «Ma vi ho fatto quasi un complimento, ubriacarsi non è mica una colpa, basta non esagerare. Ricordo da ragazzo, ero uno studente-somaro all’istituto Filippin di Paderno del Grappa: andavamo a sbevazzare in un’osteria dei paraggi dove c’era sempre un vecchiotto con la mano tremolante: ebbene, appena gli piazzavamo un boccale di rosso sul tavolo, la mano diventava fermissima. Miracolo del vino! E poi io nel Veneto sono di casa, ho tanti amici, sapete com’è saltata fuori la storia degli ubriachi? Giuseppe Cruciani, il romano della Zanzara, ha un accento che mi sta un po’ sulle palle, gliel’ho detto e ho aggiunto che da quando Salvini comanda la Lega, provo fastidio anche per la mia parlata lombarda. E i veneti, ha chiesto lui? Io ho risposto che quello veneto è un accento da sbornia, tutto qua, in fondo è la verità, mica ve la prenderete?».
Se la prende eccome Governo Veneto: l’associazione che caldeggia un plebiscito per l’indipendenza dall’Italia, annuncia «una class action popolare contro il razzista Toscani», invitando tutti ad aderire: «Più saremo più guadagneremo, così potremo berci il gruzzolo alla sua salute». Vabbé. Alla fin fine, la reazione più spiritosa è quella di Roberto “bulldog” Marcato, il presidente leghista del consiglio comunale di Padova: «Je Suis Imbriagon», confessa il suo hashtag.
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