Tosi: «Lui gag e lustrini noi fra i senza lavoro»

AGNA. «Troppo facile andare nell’unica azienda padovana che va a gonfie vele, tra maxischermi e lustrini, a prendersi gli applausi con battute e barzellette. Noi preferiamo parlare con gli artigiani costretti a chiudere, con gli operai che vogliono emigrare dove c’è lavoro, con le famiglie al mercato. Invece che parlare da un palco noi camminiamo fra la gente, ascoltiamo e ci incassiamo anche le critiche». Roberto Marcato, segretario del Carroccio padovano, riserva una doppia stoccata a Berlusconi e a Beppe Grillo mentre segue il leader veneto della Lega Flavio Tosi fra le bancarelle dell’affollato mercato della domenica ad Agna. Non gli è piaciuto lo show del Cavaliere alla Maschio Gaspardo con il mega sfondo azzurro finto cielo. «È venuto a Padova e invece di incontrare gli imprenditori in ginocchio e i commerciati che abbassano le serrande va dagli amici che stanno bene», aggiunge, «intanto Grillo se ne sta sopra un palco a pontificare. Noi invece preferiamo camminare». Tosi percorre da un capo all’altro il mercato, si ferma a stringere mani e ad ascoltare gli ambulanti e i clienti. «La gente è preoccupata» racconta «la crisi si fa sentire e la politica è molto lontana. Abbiamo sbagliato anche noi ma adesso non ci lasciamo andare a facili promesse. Nella storia della repubblica italiana non si è mai sentito che lo Stato restituisca le tasse già incassate. Noi siamo sempre stati per l’abolizione dell’Imu ma sulla restituzione non possiamo raccontare balle. Siamo qui per fare una campagna elettorale seria e credibile, diciamo che bisogna ridurre spesa e debito pubblico, cominciando con il tagliare gli sprechi e i privilegi. Sull’ipotesi del condono ha fatto bene Maroni ad intervenire perché non possiamo accettare che continui a diffondersi la cultura dell’abuso e dell’illegalità». Mentre passeggia, accompagnato dai candidati leghisti e dal coordinatore locale Gianluca Piva, Tosi viene fermato da chi ha una storia da raccontare. Valerio Ferro è un artigiano, si occupa di coibentazione dal 1977: «In 36 anni questo è il primo anno che non c’è lavoro, la burocrazia e la concorrenza sleale ci uccidono». Vittorio Sambin è un imprenditore edile: «Nei cantieri non c’è più lavoro, dopo 40 anni di attività a dicembre ho messo anche gli ultimi dipendenti in cassa integrazione». Il sindaco Giannicola Scarabello racconta che «gli operai vengono a chiedermi di metterli in contatto con gli imprenditori che hanno trasferito l’azienda in Carinzia, sono pronti a fare le valigie». «È a questa gente che dobbiamo dare delle risposte», continua Tosi «siamo qui per fare una campagna elettorale seria e credibile, altro che promettere 4 milioni di posti di lavoro».
Nicola Stievano
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