Tragedia in Marmolada, ecco i video utili per ricostruire quello che è accaduto
Dal drammatico momento del distacco ripreso da più angolature alla dinamica di movimento dell’immensa scia di ghiaccio che ha travolto gli escursionisti a 300 chilometri l’ora

BELLUNO. Una domenica mattina 3 luglio sulla Marmolada piena di escursionisti lungo la Via normale, uno dei passaggi più semplici e panoramici delle Dolomiti. Il giorno prima in vetta erano stati registrati 10 gradi e alcuni alpinisti avevano segnalato strani rumori sotto il ghiaccio.
Domenica la montagna è in queste condizioni. Quella che vedete qui è l’esatta parte poi interessata dal disastro. Se osservate il video fino alla fine vedrete anche evidenti alcune crepe nel ghiaccio: punti di distacco orizzontali ma anche un frazionamento verticale sulla sinistra.
Alle 13.30 circa il castello di ghiaccio sotto Punta Rocca crolla e una enorme massa di lastroni e rocce dopo un salto di un’ottantina di metri piomba sulla Via normale travolgendo tutto e tutti.
Ecco il video che documenta drammaticamente la colata di ghiaccio staccatasi da Punta Rocca poco sotto la cima. Là sotto ci sono alcune delle vittime certe
La tragedia viene vista e ripresa anche dai rifugi posti di fronte alla “regina delle Dolomiti” e i commenti attoniti di chi vi assiste.
Un video viene girato anche da alcuni escursionisti . Il video viene fatto proprio mentre stava precipitando la massa di neve e ghiaccio e mostra l’esatta traiettoria della valanga omicida.
Il giorno dopo, lunedì 4, una nuova mattinata di ricerche con elicotteri e troni sulla cima della
Marmolada. La situazione per i soccorritori appare subito molto complessa perché si teme che ci possano essere nuovi distacchi dalla cima del monte, quindi non sono possibili
operazioni via terra ma soltanto dal cielo. Più passano i giorni e più si riducono le possibilità per i dispersi di essere ritrovati, anche perché è stato stimato che l’enorme massa di ghiaccio li ha travolti a una velocità di 300 chilometri orari.
Mauro Varotto, docente di geografia all'Università di Padova e glaciologo, cerca di spiegare cosa è accaduto in Marmolada sfruttando il plastico presente nel Museo di Geografia in via del Santo a Padova: "Il blocco si è staccato per la pendenza e per il cosiddetto effetto
scivolo delle acque di fusione". Una tragedia come questa porta a rivedere l'accesso al ghiacciaio e le norme di sicurezza.
Nonostante il maltempo che va e viene le operazioni di ricerca si fermano e riprendono a singhiozzo. Vengono utilizzati in particolare quattro droni, due nella parte alta e due nella parte medio-bassa del seracco precipitato. La base delle squadre e dei comandi dei droni sono al Rifugio Capanna Ghiacciaio, la struttura sfiorata dalla valanga. Oltre al Soccorso alpino Cnsas opera una squadra del Soccorso alpino della Guardia di Finanza (Sagf). Ecco le immagini riprese dall'elicottero del cratere rimasto dopo la valanga.
In volo con l'elicottero sulla porzione di ghiacciaio della Marmolada collassata nel pomeriggio di domenica 3 luglio. Dalle immagini è ben visibile l'enorme porzione che si è staccata ed è rotolata a valle causando morti e feriti. Nei giorni scorsi sulla Marmolada si erano registrate temperature record, con il ghiacciaio ormai sofferente da anni a causa dello scioglimento. Durante il sorvolo, nella tarda mattinata, a 4.000 metri di quota, il termometro segnava quattro gradi sopra lo zero.
Fausto Zambelli responsabile del nucleo elicotteri della Provincia di Trento spiega l'utilizzo dei droni per individuare i resti delle vittime della tragedia della Marmolada. I droni scattano fotografie e riprendono video che poi vengono analizzate, se si individuano oggetti o indumenti scatta il recupero in sicurezza.
In questa video ricostruzione vi proponiamo l’esatta dinamica della tragedia. Il punto di distacco, la traiettoria della valanga, la sua velocità e le vie interessate. Appare chiaro come il caldo e la siccità siano due fattori tra le cause del crollo: basti pensare che la temperatura in vetta al momento del distacco era di 10,7°, un'eccezionalità per il periodo.
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