Tre tonnellate di pennarelli tossici
Astucci, matite e block notes dalla Cina, maxi-sequestro in via Andorra. L'operazione è stata chiamata «Zero in condotta». Tolti dal mercato 62 mila prodotti di incerta provenienza

Un dragone buono per tutte le stagioni. A dicembre ci sono i botti di fine anno, in estate occhiali da sole e abiti sportivi e il primo giorno di scuola, appunto, cancelleria di ogni genere: penne, astucci, matite, block notes, evidenziatori, pennarelli e righelli. La Cina è tra noi. E’ presente e si espande. A Padova però, ormai da più di un anno, ha trovato un acerrimo nemico: la guardia di finanza. I militari delle fiamme gialle hanno dato uno «Zero in condotta» agli importatori cinesi che stavano per immettere nel mercato una grossa quantità di cancelleria «tossica». Proprio «Zero in condotta» è il nome dell’operazione che ha portato al sequestro di 62 mila articoli, per un totale di 3 tonnellate di materiale e 300 mila euro di valore. Il blitz è scattato venerdì sera in un capannone di via Andorra, nella zona industriale: il «Tong Mao Import Export».
MERCI VIA NAVE. Il grosso carico è arrivato dalla Cina, nei porti di Venezia, Trieste, Genova, Napoli e Gioia Tauro. Poi le merci sono state inviate a Padova in via Andorra. Il ventisettenne cinese, residenza a Bologna ma domicilio a Ponte San Nicolò, figura come distributore per una serie di grossisti del Nordest. Senza l’intervento delle fiamme gialle, la cancelleria sarebbe arrivata in molti negozi, anche di Padova.
PENNARELLI TOSSICI. In alcuni casi era del tutto assente la denominazione merceologica o commerciale del prodotto, in altri la ragione sociale o il marchio del produttore e dell’importatore nella Comunità Europea. In altri casi ancora mancavano invece indicazioni circa la presenza o meno di sostanze nocive per la salute e l’ambiente. In particolare il rischio più grosso si corre con i pennarelli e gli evidenziatori, che vengono prodotti a basso costo in Oriente sfruttando inchiostri e coloranti tossici, oltre che confezioni di plastica realizzate con polimeri dannosi per l’uomo. Tutto il materiale ora è sotto sequestro e prossimamente verrà sottoposto alle analisi.
VALORE MOLTIPLICATO. I finanzieri hanno stimato sia il valore della merce importata, sia quello che avrebbe potuto fruttare una volta venduta. Nei container sono arrivati prodotti per 70 mila euro che, una volta rivenduti al dettaglio, avrebbero garantito all’imprenditore cinese un incasso di almeno 300 mila euro.
SINGOLI PREZZI. Un evidenziatore cinese acquistato nel magazzino di via Andorra costa 0,49 centesimi di euro, ma dai grossisti lievita indicativamente fino a 1 euro e 60 centesimi. Generalmente il prezzo delle merci di questo genere tende a quadruplicare, a volte anche a quintuplicare, nel passaggio tra il magazzino e il grossista. Ovviamente questo assicura un guadagno certo a chiunque decida di buttarsi in questo mercato.
IVANO MACCANI. «Si tratta, potenzialmente, di piccoli “serbatoi” di sostanze non sempre del tutto innocue - spiega il colonnello Ivano Maccani, comandante provinciale della guardia di finanza - pronti a finire nelle tasche dei grembiuli o negli astucci degli alunni, con buona pace delle garanzie a tutela dei consumatori. Per scongiurare questa ipotesi, saranno effettuate analisi sul materiale. La nostra attenzione rimane sempre alta nei confronti del commercio cinese, che non sempre risponde ai principi di concorrenza leale. Nella zona industriale di Padova il fenomeno è presente in modo massiccio, ma noi continueremo con i controlli a ritmo serrato».
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