Tutta Pergola per l’ultimo saluto all’estetista

C'era tutta Pergola, nella chiesa concattedrale e lungo la via su cui si affaccia, per salutare, un'ultima volta, Lucia Bellucci, la 31enne uccisa a Pinzolo (Trento), nella notte tra venerdì e sabato scorso, e del cui omicidio è accusato l'ex fidanzato, l'avvocato veronese 45enne, Vittorio Ciccolini. Un'intera cittadina stretta intorno alla bara di legno chiaro coperta di fiori bianchi e lilla a vegliare quella ragazza dal sorriso dolce e contagioso cancellato, per sempre, dall'ossessione di un uomo, incapace di accettare la fine della loro relazione. Un borgo, abbarbicato sui colli dell'Urbinate, chiuso nel lutto cittadino, lacerato e sconvolto dalla ferocia che si è abbattuta sulla “sua” Lucia. Attonito - al fianco dei genitori della ragazza, Giovanni medico condotto e Maria Pia, al fratello gemello Carlo e alla sorella maggiore, Elisa, oltre al fidanzato, Marco Pizzarelli - nell'ascoltare le parole scandite dall'altare, nella sua omelia, da don Filippo Fradelloni. Investito del compito - urticante - di trovare i toni più adatti a lenire, per quanto possibile, il dolore e la rabbia. «Questa mattina - ha scandito in un passaggio della sua omelia - stavo venendo qui in treno: c'era un cielo scuro, nero. Poi, a un certo punto, nel cielo è comparso un arcobaleno. Vi chiedo di chiudere gli occhi - ha esortato - e pensare che su quell'arcobaleno ci sta camminando Lucia verso il Paradiso». Immagini che attraversano un'assemblea attenta, composta e partecipe. «Questo - sussurra don Filippo - è il tempo del silenzio. Facciamo tacere ogni inutile parola umana: vogliamo trovare un conforto, una consolazione». Per questo, invoca, «Lucia chiediamo a te di aiutarci: aiutaci ad amare la vita, ad apprezzarla. Lucia - chiosa - non ti dimenticare di nessuno». Fuori dalla concattedrale, nella via gremita,il muro di gente si ingrossa di minuto in minuto. In pochi metri, davanti alla scalinata, sembrano raccolti tutti i 6.500 abitanti di Pergola. Commossi, con il capo chino che «qui - assicura un'anziana con gli occhi lucidi - una cosa così brutta non si era mai né vista né immaginata». Dall'altare, terminato il rito del funerale, si alza la voce di Elisa, sorella di Lucia. «Vogliamo soltanto che sia fatta giustizia per quello che le è stato fatto. Vogliamo solo che rimanga con noi - ha sospirato - perché era una persona speciale e chi la ha conosciuta lo sa». Tanto che all'uscita dalla chiesa il feretro della 31enne viene accolto da un applauso. «Quella di Lucia Bellucci - aveva commentato il sindaco di Pergola - è una tragedia che ha coinvolto tutta la comunità: ogni famiglia è venuta su questa strada perché la chiesa è incapace di contenere tutto questo affetto».
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