Uccisa da una vite sporgenteche le ha forato l'arteria ipogastrica
Si difende il primario sotto accusa per la morte della donna cinquantunenne toscana: anch’io voglio la verità

L’arteria ipogastrica è stata trovata perforata in corrispondenza di una vite che sporgeva di tre millimetri sul promontorio pelvico. Una vite inserita durante l’intervento ortopedico per l’applicazione di una placca destinata a stabilizzare la colonna vertebrale. Sono nuovi particolari emersi dall’autopsia sul corpo di Rosanna Sabbatini, la cinquantunenne di Pescia (Pistoia) operata il 17 dicembre scorso dall’Unità operativa di chirurgia del rachide nell’Azienda ospedaliera di Padova.
Autopsia eseguita dal professor Raffaele Giorgetti dell’Istituto di medicina legale di Ancona su incarico del pubblico ministero padovano Renza Cescon che ha aperto un’inchiesta. Per il reato di omicidio colposo sono finiti nel registro degli indagati otto medici, difesi dal penalista Franco Antonelli. Tra loro gli ortopedici che hanno partecipato all’operazione, compreso il responsabile dell’Unità di chirurgia del rachide, il dottor Daniele Fabris, alcuni chirurghi vascolari e rianimatori: tutti i sanitari che hanno avuto in cura la sfortunata paziente dal momento del ricovero, il 16 dicembre, al decesso avvenuto l’indomani. Il campo delle responsabilità sembra restringersi in base a quanto finora accertato. Tuttavia il medico legale avrà due mesi di tempo per formalizzare il suo rapporto all’autorità giudiziaria. Un dato è certo: l’emorragia, che in poche ore ha provocato la morte di Rosanna Sabbatini, è stata una conseguenza del «buco» nell’arteria ipogastrica, vaso sanguifero che deriva dall’arteria iliaca e discende nella pelvi. E quel «buco» è stato causato dalla vite impiegata per fissare la nuova placca a sostegno della colonna vertebrale. «Se durante l’intervento ortopedico è successo quanto accertato dall’autopsia, come hanno fatto i medici a non accorgersi del danno? - si chiede uno dei figli della paziente, Giancarlo Fassino, che ha assistito la madre durante il ricovero - Al termine dell’operazione ortopedica un rianimatore mi aveva parlato di una perdita di quattro litri di sangue reintegrato con una trasfusione...
Successivamente, quando mia madre ha avuto l’emorragia che l’ha portata alla morte, mi è stato detto che non rimarginavano le ferite in seguito a una coagulopatia da consumo, una reazione dell’organismo allo stress operatorio. Il sangue non si sarebbe coagulato per rimarginare le ferite interne». Osserva Giancarlo Fassino nel suo dolore profondo eppure composto: «C’è una bella differenza tra quanto mi è stato riferito e quello che è stato accertato dall’autopsia». Il quadro, infatti, appare ben diverso, anche se ulteriori accertamenti sono in corso attraverso l’analisi della cartella clinica acquisita dagli inquirenti sempre su ordine del pm Cescon.
Rosanna Sabbatini era affetta da una grave forma di scoliosi nota come cifoscoliosi, una deviazione della colonna vertebrale che l’aveva costretta ad appena 12 anni a sottoporsi a un intervento per l’inserimento di una placca. Negli ultimi tempi stava molto male e poteva camminare solo appoggiandosi a una stampella. Nessun beneficio né da terapie di tipo farmacologico né dalla fisioterapia: l’unica possibilità per migliorare la propria condizione di vita era un intervento chirurgico di artrodesi vertebrale che consiste nell’unione di due o più vertebre tramite una placca. Uno specialista dell’Istituto Don Gnocchi di Firenze aveva consigliato alla paziente il centro padovano di Chirurgia del rachide diretto dal dottor Fabris. E a Padova Rosanna Sabbatini si ricovera il 16 dicembre per effettuare l’operazione programmata per il giorno successivo. Alle 8 di mercoledì scorso entra in sala operatoria per uscirne alle 14. Il figlio Giancarlo è rassicurato: tutto bene, nonostante alcune perdite di sangue che impongono una trasfusione. La donna è trasferita in Terapia intensiva. Alle 17 il figlio è richiamato d’urgenza: la madre ha un’emorragia ed è di nuovo sotto i ferri in chirurgia vascolare. Alle 19 la morte.
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Argomenti:sanità
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