Ue, il caro-pedaggi non è aiuto di Stato

BRUXELLES. La Corte di giustizia del Lussemburgo ha respinto ieri il ricorso dell’Associazione italiana delle società concessionarie per la costruzione e l’esercizio di autostrade e trafori stradali...

BRUXELLES. La Corte di giustizia del Lussemburgo ha respinto ieri il ricorso dell’Associazione italiana delle società concessionarie per la costruzione e l’esercizio di autostrade e trafori stradali (Aiscat) che contestava allo Stato italiano l’aumento dei pedaggi sulle A57 e A27 che consente allo Stato di recuperare le somme erogate per la costruzione del Passante di Mestre.

Per l’Aiscat la costruzione del Passante finanziata attraverso un aumento tariffario ha prodotto un effetto distorsivo della concorrenza, sviando parte del traffico dalla tangenziale di Mestre al Passante. Ma per la Corte non c’è né violazione sulla concorrenza né aiuti di Stato illegali: l’attribuzione diretta della concessione alla Cav (Concessioni autostradali Venete, partecipata dalla Regione Veneto e dell’Anas) non costituisce un aiuto di Stato per il Tribunale. Per quanto riguarda la natura di aiuto di Stato dell’aumento del pedaggio, il Tribunale osserva che le somme sono riscosse dalle concessionarie che gestiscono le stazioni di esazione del pedaggio (Autovie Venete per la stazione di Venezia-Est, Autostrade per l’Italia per la stazione di Venezia-Nord e Cav per la stazione di Venezia-Padova) o in loro nome da una società di Autostrade per l’Italia, per essere successivamente trasferite alla Cav. Le somme derivanti dall’aumento del pedaggio sono versate quindi alla Cav o dalla Autovie Venete e dalla Autostrade per l’Italia o dalla Telepass, quali società private. Esse circolano quindi direttamente ed esclusivamente fra società private, senza che alcun organismo pubblico ne acquisisca, nemmeno in modo temporaneo, il possesso o il controllo e non costituiscono pertanto un aiuto di Stato.

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