Un indipendentista da Permasteelisa al cuore delle caste

TREVISO. Storicamente di centrodestra, ma da tre anni guru economico di Grillo e 5 stelle. Simpatia mai nascosta per Renzi, ma occhio strizzato ai venetisti. In lista per Zaia (2010) con gli ex Dc e...

TREVISO. Storicamente di centrodestra, ma da tre anni guru economico di Grillo e 5 stelle. Simpatia mai nascosta per Renzi, ma occhio strizzato ai venetisti. In lista per Zaia (2010) con gli ex Dc e Udc radunati da Pionati nell’Alleanza di Centro, e nel 2103 impegnato nella nuova avventura della Confapri, a fianco di Casaleggio, per chiamare a raccolta imprenditori, Pmi e partite Iva, cui fare da grande ambasciatore del movimento grillino. Specie nel cuore del suo Nordest, folgorato a suo tempo dalla ricette di Berlusconi prima e Tremonti poi, più recentemente ammaliato da Renzi.

Politicamente, il curriculum del neoassessore Colomban è tanto assortito quanto molto distante dai canoni grillini. Certo più duro che (pentastellatamente) puro. Una lunga trasversale centrifuga, culminata ora nella scelta di campo grillina. Con Gian Roberto Casaleggio, nel 2013, fu subito colpo di fulmine.

In dote al movimento di Grillo, Colomban porta da allora la sua vena anti-fisco e anti-burocrazia, certamente affini al movimento che dell’anti-casta ha fatto il suo mantra. Ma anche il modello di un’impresa in rete - e non verticale; le sue ricette contro la pressione tributaria, miele per piccoli e medi industriali, artigiani, partite Iva.

Siede nella giunta Raggi l’uomo capace di offrire il suo Castelbrando ai venetisti perché ne diventasse quartier generale. L’uomo che da imprenditore ha rivestito palazzi, stadio, impianti e villaggi olimpici - dopo il Guggenheim di Bilbao, l’opera House di Sydney, i grattacieli delle capitali di mezzo mondo - è seduto da ieri a fianco dei colleghi che con la sindaca Raggi hanno appena affossato le Olimpiadi 2024 a Roma.

Contraddizioni? Non per Colomban. Uomo che si è fatto da sè - scuola fino a 14 anni, poi subito operaio in una ditta di infissi, a 23 anni fondava quello che sarebbe diventato un colosso mondiale. Il self made man che diventa uno dei simboli del Nordest ammirato dal mondo. E il timoniere di uno dei tanti fiori all’occhiello di una Marca trevigiana da record. E che nel 2002 cede l’azienda agli 83 manager: una nuova pagina per il Nordest 2.0 che scopriva il nodo della trasmissione generazionale.

Ha sempre accettato le sfide, schietto e poco incline alle mediazioni. Si tuffa nelle nuove avventure, ma non è nuovo a rotture, strappi e tanti saluti. Fu così quando sbattè la porta a Italia.it, portale governativo turistico, dopo che non brillò nemmeno l’esperienza nel turismo digitale, in seguito alla prima nomina della giunta regionale Galan a Sviluppo Italia Veneto (lex Gepi). Allora sbattè ben presto la porta, prendendosela con i «burocrati romani» (oh yes) del centrodestra (più An che Forza Italia): «La burocrazia soffoca le mie idee sul turismo» disse.

E al turismo qualificato si diede dopo la cessione di Permasteelisa, creando Castelbrando a Cison, castello medievale dei Brandolini, dimora del Gattamelata, acquistato nel ’98 e trasformato in hotel-resort, lusso e kitsch storico con tanto di funicolare (contestata da ambientalisti e concittadino onorario Goldin). E ancora il recupero di villa Marcello, sempre a Cison. Avventure certo meno brillanti di Permasteelisa, nonostante il sostegno della Regione amica (quanti convegni) e del centrodestra (G8 agricolo zaiano in primis).

Mentalità e approccio glocal, lungimiranza, vastissimi interessi e passioni - è console d’Australia; ama le storiche ville venete e promuove il loro restauro; è stato fra i primi a insistere sul web – apre indubbiamente una nuova pagina al suo curriculum fitto fitto.

Lo sbarco in Campidoglio segue adesso la presidenza del parco Vega, la creazione di Ville Venete.net, i grandi incubatori digitali, l’architettura sostenibile, gli incarichi universitari negli States (Harvard e Mit), il premio Leonardo della Presidenza della Repubblica, i titoli di «imprenditore dell’anno». E ancora, il comando onorario dell’Usaf di Aviano, il comando mondiale dell’Usaf, il più recente scouting delle start up, da Angel Investor.

Ma il suo gioiello resta sempre Permasteelisa («la mia figlia data in sposa»): pronto a riprenderla, potè più la Raggi. «Ventinove anni di successi», ama sempre dire, «e mai un giorno di sciopero, mai un licenziamento, con 5mila dipendenti». (a.p.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova