Una legge per riaprire i bordellima lontano da scuole e chiese
La proposta, che sarà presentata al Senato da Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), considera la prostituzione come lavoro autonomo, tenuto al pagamento degli oneri previdenziali, assistenziali e delle tasse. Tra le novità, l’istituzione in ogni Comune di un registro delle persone che esercitano il mestiere e l'indicazione che le "case chiuse" devono essere ad almeno un chilometro da scuole, edifici di culto, caserme e stazioni di mezzi pubblici

Prostitute e trans in corteo il 16 maggio 2007
L'aveva detto, lo sta facendo. La senatrice padovana Elisabetta Alberti Casellati all'inizio dell'estate scorsa aveva annunciato una sua proposta di legge per la riapertura delle case chiuse: «Ritengo che non ci siano molte alternative: o si cambia la legge, stabilendo che vendere il proprio corpo è un reato e, dunque, prevedendo sanzioni anche per le prostitute, o bisogna guardare seriamente all'ipotesi della riapertura delle case chiuse», aveva sostenuto in più occasioni pubbliche.
E così ha scritto una proposta di legge, ultimata proprio in questi giorni, da presentare al Senato sull'abolizione della legge Merlin (curiosamente anche Lina Merlin era una parlamentare padovana, vedi riquadro in alto). La proposta di legge della senatrice Casellati potrebbe, a sorpresa, raccogliere consensi trasversali, quindi a sinistra: anche perché si tratta di una proposta che prende in esame altri paesi europei, la Germania in primo luogo.
La prestazione
. Nel disegno di legge la prostituzione viene considerata lavoro autonomo, quindi tenuto al pagamento degli oneri previdenziali, assistenziali e erariali. L'esercizio della prostituzione sarebbe disciplinato dai singoli Comuni con propri regolamenti: i Comuni con meno di 10 mila abitanti potrebbero vietarla.
L'esercizio
. Sempre secondo il disegno di legge, l'esercizio sarebbe consentito solo in luoghi chiusi che devono essere in edifici distanti almeno un chilometro da edifici scolastici, di culto, caserme e stazioni dei mezzi pubblici. Inoltre, questi edifici in cui esercitare la prostituzione non possono avere più di venti stanze e, ovviamente, deve esserci un certificato di idoneità igienico-sanitaria dei locali rilasciato dall'Usl.
Il registro
. Un'altra novità che la senatrice Casellati ha voluto inserire nel suo disegno di legge è l'istituzione in ogni comune di un registro delle persone che esercitano la prostituzione nel quale devono essere indicate le generalità complete delle persone che esercitano l'attività. Il registro sarebbe a conoscenza dell'azienda sanitaria locale e anche dell'amministrazione tributaria.
Le multe
. La proposta di legge prevede delle sanzioni. Chi esercita la prostituzione al di fuori del registro comunale è soggetto a multa fino a mille euro; chi esercita la professione in luogo pubblico o all'aperto è soggetto a multa fino a 4.000 euro, e la stessa multa può prenderla anche il cliente che va con una prostituta «illegale». Ci sono poi pene più severe, come la prigione da due a sei anni, per chi sfrutta la prostituzione o la induce in luoghi non previsti dalla legge.
La prevenzione
. Per chiudere, la senatrice Casellati scrive che i Comune dovranno promuovere attività e interventi idonei alla prevenzione dell'esercizio della prostituzione e iniziative a favore di chi vuole smettere di prostituirsi.
Lotta ad oltranza contro la prostituzione o solo battaglia contro le "lucciole" sulle strade? Siete d'accordo con la proposta di riaprire i bordelli fatti chiudere con la legge Merlin? Dite la vostra opinione
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