De Berti: «Bene lo Stato in Cav. Brescia-Padova è mira comune»

La vicepresidente del Veneto Elisa De Berti ribadisce la linea sull’autonomia gestionale di Cav e Pedemontana: «Per la Regione è meglio così, nessun passo indietro sul controllo delle infrastrutture»

Laura Berlinghieri
L' assessore alle Infrastrutture Elisa De Berti
L' assessore alle Infrastrutture Elisa De Berti

Il sogno veneto di una gestione regionale delle autostrade? Intatto, assicura la vicepresidente veneta e assessore alle Infrastrutture Elisa De Berti.

L’ingresso di Autostrade dello Stato in Cav? Semplice avvicendamento tra soggetti, in ogni caso titolari del cinquanta per cento della concessione; mentre la metà restante continua a rimanere nelle mani della Regione, esattamente come prima, spiega la vicepresidente.

«Per la regione è meglio così»

«Per noi non cambia nulla. Anzi, è pure meglio. Perché lo Stato già era dentro Cav, con Anas. Ma, prima, le interlocuzioni erano complesse, perché Anas aveva la necessità di farsi avallare qualsiasi decisione da Ferrovie dello Stato, cosa che necessariamente costringeva ad allungare i tempi – spiega De Berti – Adesso, con il venire meno di questo ulteriore soggetto, i rapporti saranno diretti e immediati».

Autostrade, lo Stato scende in campo a Nord Est

E instradati: la vicepresidente ha già avuto modo di mettere in chiaro, con l’ad di Autostrade dello Stato Vito Cozzoli, l’intenzione della Regione di proseguire lungo la strada della gestione in house, allo scadere della concessione di A4 Holding, il 31 dicembre del prossimo anno.

Anche se l’ingresso di Autostrade dello Stato, per quanto “neutro” a livello di equilibri, potrebbe comunque suggerire l’intenzione del Ministero delle Infrastrutture di trattenere la gestione, con la parallela indisponibilità, quindi, di cederla alla Regione.

«Ma, ora che Autostrade dello Stato è entrata in Cav, ovviamente è a sua volta interessata alla concessione della Brescia-Padova» smentisce la vicepresidente, «Abbiamo condiviso questa strategia con loro e siamo in sintonia. Per noi resta un progetto da portare avanti».

La pedemontana

Come quello – opposto – di assegnare all’amministrazione del Ministero dei Trasporti la concessione della Superstrada Pedemontana. Resta un proposito della Regione, «trattandosi di un’infrastruttura strategica per lo sviluppo autostradale del Veneto» sostiene De Berti. E il tutto, verrebbe da dire, con buona pace dell’Autonomia infrastrutturale.

In ogni caso, al momento, quella che è una priorità della Regione non è una priorità del governo: l’articolo ad hoc previsto nella riforma delle concessioni, per il passaggio di Spv nell’alveo di competenza del ministero di Matteo Salvini, è stato stralciato. Con uno zampino leghista, pare: quello di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia.

Il presidente di Autostrade dello Stato: «Pronti a gestire la A4. Spv, strada in salita»
Carlo Vaghi, presidente di Autostrade dello Stato

«Ma Cav, con la Superstrada Pedemontana, non c’entra proprio nulla» vuole precisare De Berti, «Sis resta la società concessionaria e la Regione rimane l’ente concedente. Non c’è mai stata alcuna ipotesi di passaggio di Spv in Cav». Risponde al presidente di Autostrade dello Stato, Carlo Vaghi, che, in un’intervista al nostro giornale, ieri diceva: «Riguardo al futuro della A4, la decisione spetterà al Ministero dei Trasporti. Ma non credo sia ipotizzabile nel breve termine un passaggio della Pedemontana in Cav».

Parlava di “Cav”, intendendo genericamente una gestione pubblica e statale. Questione di lana caprina, va da sé. Una maniera per dire che l’obiettivo di affibbiare la partita della Pedemontana allo Stato è lontano dall’essere raggiunto.

E quindi Spv resta alla Regione. Almeno qui, l’autonomia.

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