Veneto Banca verso l’accusa di bancarotta

Istanza al tribunale di Treviso per dichiarare lo stato di insolvenza, la Procura potrà così indagare per reati fallimentari
manifestazione a vicenza (foto Francesco Dalla Pozza)
manifestazione a vicenza (foto Francesco Dalla Pozza)

TREVISO. Dopo che la magistratura vicentina ha valutato la possibilità di procedere per bancarotta contro Bpvi, si prospetta un allargamento dell’inchiesta anche per Veneto Banca.

E questo a seguito dell’iniziativa di un gruppo di risparmiatori che depositerà nelle prossime ore in tribunale a Treviso, probabilmente già domani, un’istanza per la dichiarazione dello stato di insolvenza dell’istituto di credito.

La materia è di competenza del giudice fallimentare, ma destinata ad avere importanti ripercussioni in sede penale. Se infatti lo stato di dissesto della banca verrà formalmente dichiarato, allora, la Procura potrà procedere a sua volta per i reati di natura fallimentare, in particolare aprendo un’inchiesta per bancarotta.

In tal modo potrebbe essere “aggirato” il decreto 99 del governo firmato lo scorso 25 giugno che - secondo alcuni giuristi - avrebbe delineato per le due ex Popolari una liquidazione coatta amministrativa senza tracce di insolvenza, escludendo conseguentemente la possibilità di procedere per bancarotta.

In realtà gli inquirenti vicentini si sarebbero già mossi per estendere l’inchiesta ai reati fallimentari, mentre Treviso sta aspettando l’applicazione di un magistrato per avviare l’indagine legata alle truffe (la prossima settimana si saprà se qualcuno ha fatto richiesta, mentre il potenziamento scatterà a settembre).

Verso la bancarotta. L’istanza, che è stata avanzata da 51 risparmiatori e predisposta dallo studio legale Fadalti di Treviso, potrebbe sbloccare la situazione anche nella Marca. Essa prende in considerazione il decreto di giugno con il quale è stato prorogato al 17 settembre il bond Veneto Banca (TV Callable Subordinato) in scadenza il 21 giugno.

«Il decreto legge in questione è stato adottato sul presupposto che Veneto Banca non era in condizione di effettuare il rimborso del bond», sottolineano i legali dello studio Fadalti precisando inoltre come il 23 giugno la Banca Centrale Europea abbia accertato per l’istituto di Montebelluna lo stato di «dissesto o a rischio dissesto».

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha quindi disposto la liquidazione coatta amministrativa e Banca d’Italia ha nominato i commissari liquidatori. Secondo i legali era palese, alla data dei decreti, lo stato di insolvenza di Veneto Banca, ritenuta incapace di far fronte con mezzi ordinari alle proprie obbligazioni. Uno stato che il tribunale è ora chiamato a dichiarare.

La transazione nel mirino. Certo è che senza la dichiarazione del dissesto nessuna inchiesta per bancarotta risulta possibile. Inchiesta che potrebbe coinvolgere non solo la vecchia direzione dell’istituto, ma anche quella successiva al duo Consoli-Trinca, con particolare riferimento all’operazione della transazione portata avanti con un gruppo di risparmiatori.

Danni in crescita. La direzione di Massimo Lanza, nel frattempo, ha avviato l’azione di responsabilità verso 19 ex amministratori. La somma contestata a titolo di danni è di 2,3 milioni di euro, ma si tratta di una valutazione del tutto provvisoria. Nell’atto di citazione si parla di «pregiudizi di dimensioni abnormi» derivati dalle condotte degli ex vertici e si afferma espressamente che essi sono «destinati a incrementarsi in modo continuo e in misura elevata».
 

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