Scontro Lega-Forza Italia in Veneto, polemica sullo Ius Scholae
Dopo lo stop al terzo mandato per Zaia, esplode la tensione tra Lega e Forza Italia in Veneto. Gli Azzurri rilanciano la proposta di cittadinanza per chi studia dieci anni in Italia, ma il Carroccio si oppone

Il coordinatore nazionale degli Azzurri, Antonio Tajani, l’aveva usata come merce di scambio. Unica condizione per concedere ai compagni di coalizione della Lega il proprio voto favorevole alla proposta di riforma – per loro, sbagliata – per elevare a tre il limite dei mandati consecutivi per i presidenti di Regione.
«Un baratto irricevibile», lo definisce tuttora Alberto Villanova, capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale, «Anche perché la Lega non si piegherà mai. E i nostri ideali, come l’identità della nostra gente, non si discutono».
Dopo il rifiuto categorico di Carroccio e Fratelli d’Italia, quindi, la proposta si era arenata per l’ennesima volta. Questa volta, però, finendo definitivamente nel dimenticatoio; almeno, per i tempi di questa legislatura. Niente terzo mandato, niente Zaia-quater.
Ma è chiaro, allora, che la richiesta arrivata da Forza Italia, per portare in Aula la sua proposta di Ius Scholae – o Ius Italiae, che dir si voglia – anche senza l’appoggio della rimanente parte di centrodestra, ma potendo contare sul probabile consenso dei partiti progressisti, faccia rumore soprattutto in Veneto. E soprattutto nella Liga Veneta, che ancora si sta leccando le ferite per la caduta del suo dominus.
Il fastidio dei leghisti
«I cittadini sono soddisfatti del buongoverno della Lega in Veneto, e Forza Italia stoppa il terzo mandato. Gli italiani bocciano senza appello la riforma della cittadinanza, e Forza Italia rilancia l’asse con il Pd per lo Ius Scholae.
Semmai, servirebbero regole più ferme per revocare la cittadinanza a chi delinque, non per regalarla» sbotta Villanova, esibendo il fastidio evidente nei confronti degli Azzurri, sempre più avversari della Lega anche riguardo ai “grossi temi”. E non solo limitatamente alle questioni locali, da baruffe chiozzotte.
La proposta di Forza Italia è la seguente: consentire ai ragazzi di chiedere la cittadinanza italiana, dopo avere frequentato dieci anni di scuola nel nostro Paese.
La replica di Forza Italia
«Tutt’altra cosa, rispetto al contenuto del referendum, che proponeva di dimezzare i tempi di permanenza in Italia, indipendentemente dagli studi» gli risponde Elisa Venturini, la sua omologa tra le fila di Forza Italia all’interno del “Parlamentino” veneto.
Parla anche da ex sindaca di Casalserugo, «quando mi sono ritrovata a concedere la cittadinanza a persone che non sapevano una sola parola di italiano», dice, «Mentre adesso, con la nostra proposta, daremmo la cittadinanza a ragazzi che, per dieci anni, hanno studiato l’italiano, la nostra storia, la geografia, e che sono certamente entrate in contatto con gli usi e i costumi del nostro Paese». Esattamente come i bambini ucraini arrivati nel suo paese tre anni fa, per sfuggire alla guerra. «E che adesso, dopo tre anni di scuola, si sono integrati perfettamente» sostiene.
E la pensa come lei Fabrizio Boron, l’ex leghista, ora transitato in Forza Italia, che dice: «La cittadinanza italiana può essere richiesta dopo dieci anni di residenza nel Paese. Noi aggiungiamo un passaggio in più: dopo dieci anni di studio. Il problema è di chi piega tutto all’ideologia».
Ma il dibattito infiamma la maggioranza. Tra il favore degli Azzurri, che rispondono anche a una specifica richiesta (ed esigenza) degli imprenditori. E la contrarierà dei leghisti, che sul contrasto agli ingressi nel nostro Paese hanno costruito buona parte del partito.
«le priorità dei veneti sono altre»
«Sono altre le priorità dei veneti e degli italiani» tuona allora Filippo Rigo, vicecapogruppo della Lega al Ferro-Fini, «Altri i motivi per cui gli italiani e i veneti hanno eletto questo governo e questa amministrazione regionale».
E a sostenere i “suoi”, in questa continua battaglia senza esclusione di colpi, è naturalmente il coordinatore veneto di Forza Italia, Flavio Tosi. Senza peli sulla lingua, soprattutto quando si tratta di commentare le scelte dell’esecutivo veneto.
«Uno dei gravi problemi del nostro Paese consiste nella denatalità» dice, «Eppure c’è chi si ostina a contrastare in modo strumentale una proposta di legge seria, che non ha nemmeno letto, condivisa con le categorie economiche, per dare la cittadinanza italiana a ragazzi che hanno frequentato le nostre scuole per dieci anni. Non solo certo loro i “maranza” dei quali ci preoccupiamo. —
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