Venezia, Casson trionfa: è il candidato sindaco Pd

VENEZIA. Un trionfo. Felice Casson, 62 anni, senatore Pd, ex magistrato dell’inchiesta Gladio e delle morti del Petrolchimico di Marghera, ha vinto le primarie del Pd con 7.168 voti pari al 55,62% e sarà il candidato sindaco di centrosinistra alle elezioni del 31 maggio. Nicola Pellicani, giornalista della Nuova Venezia ha raccolto 3.147 consensi, pari al 24,42% e l’avvocato Jacopo Molina, renziano doc, si è fermato al 19,9% con 2.573 voti. Alle urne 12.888 elettori, un vero boom, il «miglior segnale della voglia di cambiare: si parte con il piede giusto per salvare Venezia. Casson vince più o meno ovunque», ha sottolineato il segretario provinciale Marco Stradiotto.
Alle 9 e mezza di sera, Felice Casson esulta e brinda in un bacaro: ha vinto sia in laguna che in terraferma, ben oltre ogni previsione. «Con il centrosinistra unito, non c’è spazio per il centrodestra ancora alla ricerca di un candidato, è un risultato molto buono per ampiezza e omogeneità tra le varie zone, figlio del bisogno di mettersi al lavoro per le comunali di maggio».
Travolta dallo scandalo del Mose con il sindaco Giorgio Orsoni costretto a dimettersi e il consiglio comunale sciolto dal governo, Venezia prova a girare pagina e si affida a un leader autentico del Pd che ha fatto della legalità la sua scelta di vita. Fin dai tempi in cui ha scoperto e fatto condannare i neofascisti della strage di Peteano, Felice Casson ha dimostrato coraggio e rigore assoluti nell’applicazione della legge, in anni un cui i servizi segreti deviati depistavano le indagini: nel Pd c’è chi lo definisce un antesignano di Raffaele Cantone, il magistrato chiamato da Renzi a presiedere l’Anticorruzione. Nel 2005 si è candidato a sindaco di Venezia ed è stato sconfitto per mille voti da Massimo Cacciari, sceso in campo per sostenere Nicola Pellicani.
Persa la sfida con il filosofo, Casson è stato eletto senatore e in questa legislatura ha portato a casa un risultato storico: è riuscito a far approvare la legge sui reati e i disastri ambientali che in Europa sono puniti mentre in Italia finiscono prescritti perché il corpus giuridico è troppo vago. Ora si gira pagina.
«Voglio mandare a casa il Pd macchiato dagli scandali» ha detto Casson a Repubblica e lo stesso concetto ha ribadito un’intervista a Radio Radicale.
«Il Mose è finito all’87 per cento e bisogna assolutamente completarlo, ma al di là della corruzione si è creata una zona grigia formata da molte persone che hanno beneficiato dei contributi del Consorzio Venezia Nuova. Dobbiamo rifondare dalla base questa città, che godeva di contributi straordinari grazie al Casinò, ma oggi questi parametri non stanno più in piedi con i tagli del governo». Subito dopo la vittoria, ieri sera ha aggiunto: «Per Venezia scatta l'ora-zero, siamo in una situazione complicata per le conseguenze dell'inchiesta Mose e il pesante buco di bilancio del Comune. Bisogna coinvolgere le segreteria nazionali dei partiti e il governo perché una città come Venezia, lo specchio del Paese nel mondo, non può essere abbandonata. I miei due avversari, Pellicani e Molina, sono stati i primi a chiamarmi, ancora a scrutinio in corso, assicurandomi che da oggi lavoreremo assieme per vincere le elezioni, senza alcun problema».
Vinte le primarie, ora dovrà scegliere la squadra per il voto di maggio e il segretario Stradiotto fa capire che il senatore Felice Casson avrà carta bianca nell’operazione rinnovamento.
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