Venezia, in vendita il gioiello di Scarpa

La casa-monumento fu realizzata per Luigi Scatturin e curata in ogni dettaglio dall’architetto

VENEZIA. La più compiuta realizzazione privata di Carlo Scarpa a Venezia, un capolavoro assoluto del grande architetto, è sul mercato e nessuno sembra curarsene. Si tratta della Casa e studio Scatturin, all’ultimo piano di un palazzo seicentesco che si affaccia su calle degli Avvocati, ora messa in vendita dagli eredi presso un’agenzia immobiliare veneziana (la Gefim). All’inizio degli anni Sessanta, Scarpa la progettò e la ristrutturò per l’avvocato Luigi Scatturin - per molti anni nel Collegio dei Revisori dei conti della Biennale - che voleva unire e al tempo stesso mantenere autonomi lo studio e l’abitazione in un’area molto vasta, di circa 250 metri, sormontata anche da un’altana su uno dei punti più panoramici di tutta Venezia. Uno spazio rettangolare, originariamente di servizio alla residenza mobiliare del palazzo, con soffitti bassi e salti di quota, che Scarpa trasformò, alla sua maniera, in modo straordinario con la solita sublime cura per i materiali e i particolari.

Dai pavimenti in cotto levigato, segnati da una sottile fascia di marmo perimetrale lungo le pareti, in marmorino bianco e grigio. Alle preziose doppie porte imbottite di pelle nera, oppure con pannelli laccati di colori che vanno al marrone scuro, al rosso, con l’uso del legno e inserzioni di vetro. Ai soffitti dipinti nello studio in stucco lucido bruno, oppure, come nel salone principale, in un incredibile cemento multicolore - rosso, giallo, marrone - che cambia sotto la luce che filtra dalle piccole finestre dai preziosi infissi. Nello studio di Scatturin, arredato con la “boiserie” troneggia lo stupefacente tavolo in noce brasiliano che Scarpa chiamò “Signori prego si accomodino” e che non entrò mai in produzione. Un unicum.

Siamo in una casa-museo, eppure viva e perfettamente conservata, come fosse stata abitata fino a ieri. Con invenzioni straordinarie, come la scala-armadio alla marinara, che, con due alzate nell’ingombro della pedata, conduce alla chiocciola dell’altana in legno, triagolare, e serve anche da ripostiglio per la zona notte.

Casa Scatturin è in vendita da qualche tempo: prima affidata a Sotheby’s che l’aveva proposta a un prezzo troppo alto, 3 milioni e 800 mila euro, ora notevolmente ribassato perché nonostante l’enfasi che circonda l’opera di Scarpa, nessuno si è fatto avanti per acquistarla e tutelarla (è vincolata dalla Soprintendenza). «Già mio padre, negli ultimi anni» ricorda il figlio Pietro Scatturin «aveva cercato di garantirne il mantenimento, ma né la Regione, né altre istituzioni a cui era stata proposta si sono mostrate interessate. Si tratta dell’unica casa veneziana “compiuta” fin nei dettagli da Scarpa e non vogliamo certo svenderla, ma essere certi di affidarla in mani sicure».

Una casa che potrebbe diventare una foresteria di lusso per qualche istituzione veneziana interessata a preservarla o una casa d’artista. L’elenco dei potenziali soggetti interessati potrebbe essere lungo. Dalla Regione, che stanzia ogni anno fondi per la conservazione dell’opera di Scarpa. Alla Biennale, dove tra l’altro l’avvocato Scatturin operò a lungo. Alla Fondazione di Venezia, interessata al contemporaneo. Al Fai, il Fondo per l’Ambiente italiano, che ha già preso sotto le sue cure il Negozio Olivetti. Per non parlare dei Comitati privati per la salvaguardia di Venezia, che potrebbero per una volta distogliere la loro meritoria attenzione dall’arte antica per salvare l’opera compiuta di un grande architetto. Chissà se qualcuno si farà avanti o se si preferirà abbandonare al suo destino Casa Scatturin, continuando intanto a celebrarenei convegni e nelle mostre l’opera di Scarpa e la sua modernità.

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