Venezia, vento forte e raffiche da 46 nodi Sotto inchiesta il percorso della nave

Rapporto della Capitaneria e indagine del Ministero. Chi ha dato il via libera alla partenza mentre arrivava la tempesta?



Raffiche di vento da Nord fino a 46 nodi, 85 chilometri orari. Lo scirocco che si trasforma improvvisamente in Tramontana, poi gira di nuovo a Scirocco. La marea calante, la bufera e la grandine. Condizioni meteo proibitive che hanno colto la Costa Deliziosa in pieno bacino di San Marco, meno di mezz’ora dopo aver mollato gli ormeggi in Marittima.

LE RAFFICHE

Un vento che soffiava fortissimo proprio di fronte alla nave, sul lato di dritta della prua. E l’ha spinta verso la riva. Effetto vela amplificato dalla mole della nave da crociera: 92.600 tonnellate di stazza, altezza di quasi 50 metri, lunghezza 293. Per qualche minuto di traverso. Dopo la curva in uscita dal canale della Giudecca la nave ha rischiato di andare addosso alla banchina. Grande la paura a bordo dei mezzi Actv del servizio pubblico. Il ferry boat dell’Actv che ha stretto improvvisamente a destra per evitarla, i vaporetti stretti sotto riva come pesciolini all’arrivo della balena. Poi l’impatto sfiorato con lo yacht ormeggiato in riva Sette Martiri. I marinai che fuggono a terra terrorizzati, i due rimorchiatori di prua che tirano verso il centro del Bacino con i motori al massimo. Dopo il grave incidente del 2 giugno scorso la Capitaneria aveva ordinato il raddoppio dei rimorchiatori a prua. Mezzi moderni. Quelli di vecchia generazione non ce l’avrebbero fatta. E infine le corde “rinforzate”. Il giorno dell’impatto della Msc Opera a San Basilio la corda si era spezzata sotto lo sforzo.

IL VERTICE

Ieri mattina la Capitaneria ha incontrato il pm che ha aperto un’inchiesta e ha consegnato il verbale. Si prova a ricostruire i dettagli e la dinamica di quello che poteva trasformarsi in un disastro. L’acqua in riva sette Martiri è infatti molto profonda. Le navi, anche di grandi dimensioni spesso ormeggiano e accostano a riva, non c’è la “difesa naturale” sabbiosa che è davanti a San Marco e al palazzo Ducale. La nave insomma poteva entrare direttamente nelle case. Un rischio che gli abitanti della zona hanno visto da vicino. Con il “mostro” che spuntava dalla nebbia e la sirena di bordo che suonava senza interruzione annunciando la «collisione in corso». Alla fine l’impatto è stato evitato per un soffio grazie anche all’abilità degli equipaggi dei tre rimorchiatori. Il comandante ha rifiutato l’offerta di avere un quarto rimorchiatore ed è stato autorizzato ad «aumentare la velocità» in uscita, per avere maggiore stabilità. Ma il rischio è stato grande. Numerosi i particolari che adesso gli inquirenti e i tecnici dell’Autorità portuale e della Capitaneria dovranno ricostruire. Il primo è il fatto delle autorizzazioni a salpare. Chi ha dato il via libera a mollare gli ormeggi proprio quando stava arrivando la bufera, annunciata da tempo in tutti i siti specializzati? «Al momento della partenza le condizioni meteo erano buone», ripetono in Capitaneria. Ma il tempo è peggiorato in pochi minuti, quando la nave ancora non aveva raggiunto il mare aperto. Ogni minuto di ritardo per le compagnie da crociera si traduce in una perdita secca di centinaia di migliaia di euro. Ritardi che poi si ripercuotono sui servizi e sugli scali successivi. Forse anche per questo il comandante ha scelto di partire. Ma chi ha dato il via libera?

ISPEZIONE

Il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha annunciato una ispezione alla Capitaneria veneziana. Dove per effetto di elementi incrociati si sono verificati nell’ultimo mese ben due eventi di allarme. Il primo, l’incidente del 2 giugno, giorno della Sensa. La Msc Opera che per un guasto ai comandi non riesce a fermarsi e travolge il battello fluviale ormeggiato a San Basilio. In quel caso i due rimorchiatori si rivelano impotenti a fermare la corsa del bestione di 65 mila tonnellate. Cinque feriti e tanta paura. Ma poteva andare molto peggio. Adesso nessun impatto e nessun ferito. Ma la paura si è trasformata in panico a bordo dei vaporetti e del ferry che si sono visti arrivare vicino quella grande nave spinta dal vento. —



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