Ventimila veneti malati d’azzardo Da gennaio spesi nel gioco 3,3 mld

Record italiano nel “fatturato” di videolottery e slot machine in assenza di ogni misura di contrasto Ora 5 consiglieri regionali di altrettanti gruppi hanno unificato le proposte in una legge trasversale
Di Filippo Tosatto
Una foto di archivio ritrae un uomo mentre gioca con un macchitta videopoker. ARCHIVIO MARIO ROSAS - ANSA-CD
Una foto di archivio ritrae un uomo mentre gioca con un macchitta videopoker. ARCHIVIO MARIO ROSAS - ANSA-CD

VENEZIA. La dipendenza compulsiva da giochi e scommesse - ludopatia nel lessico dei terapeuti - diventa piaga sociale nel Veneto, prima regione italiana per quattrini spesi in videolottery e slot machine: oltre 3,3 miliardi di “fatturato” stimato nei primi dieci mesi dell’anno, (1072 euro pro-capite) con 20 mila uomini e donne dipendenti dall’azzardo e il 61% dei giovani tra i 15 e i 20 anni che gioca abitualmente per denaro. Numeri espliciti per una patologia di massa dagli effetti devastanti. Giocatori indebitati e preda degli usurai, ragazzi inebetititi davanti ai display, famiglie sul lastrico, delitti persino: tempo fa, nel Padovano, una casalinga di mezza età ha avvelenato il marito per arraffarne l’eredità e dilapidarla al videopoker. Ciclicamente, c’è chi scaglia anatemi contro gli esercenti rei di offrire le slot tentatrici, magari ventilando loro sgravi fiscali in cambio della rinuncia: troppo poco per scalfire la subcultura del guadagno facile e immediato, alimentata peraltro dalla prolungata recessione e incentiva - ebbene sì - dallo Stato.

Di una legislazione regionale di contrasto al fenomeno, neanche l’ombra. Cinque i progetti di legge, malinconicamente arenati in quinta commissione. Diversi per colore i proponenti - Antonino Pipitone (Idv), Claudio Sinigaglia (Pd), Stefano Valdegamberi (Futuro Popolare), Cristiano Corazzari (Lega) e Stefano Peraro (Udc) - coalizzati nell’obiettivo, però. Tanto da trasformare gli originari testi distinti in una proposta unica,la Stop Slot, sostenuta all’unisono: «Il Consiglio deve approvare questa legge nel più breve tempo possibile. Abbiamo ancora i tempi utili per il processo di esame, istruttoria e approvazione: facciamo presto e non perdiamo l’occasione di dare ai veneti una legge civile». Ancora: «Oggi abbiamo in mano una proposta in 14 articoli che prevede uno stanziamento annuo di 250 mila euro e punta sul coinvolgimento del privato sociale, degli enti locali, delle scuole e delle Ulss. È una proposta che si basa su meccanismi di premialità per quegli esercizi commerciali che rifiutano le slot machine, e penalizzazione come deterrente per fermarne l’ulteriore diffusione». Ora il presidente della commissione, Leonardo Padrin, promette una corsia preferenziale al provvedimento.

Sarà la volta buona? «Speriamo», commentano i cinque «se così sarà, il Veneto si adeguerà agli standard già adottati da Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia. Viceversa, i Sert, le forze dell’ordine e gli psicanalisti continueranno a censire tragedie personali e fallimenti di aziende provocati dalle malattie, anzi dall’epidemia del gioco».

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