Via del Mare, il project ad Adria «Non ci fu la turbativa d’asta»

VENEZIA. Non ci fu turbativa d’asta da parte della commissione tecnica regionale che nel 2009 era stata chiamata a valutare le proposte per il project financing della Via del Mare, la superstrada a...
Di Rubina Bon

VENEZIA. Non ci fu turbativa d’asta da parte della commissione tecnica regionale che nel 2009 era stata chiamata a valutare le proposte per il project financing della Via del Mare, la superstrada a pagamento dal casello dell’A4 Meolo-Roncade a Jesolo. La scelta era caduta sul raggruppamento temporaneo d’impresa capeggiato da “Adria Infrastrutture”, società amministrata da Claudia Minutillo, ex segretaria di Galan, teste d’accusa dello scandalo del Mose: la confessione della Minutillo, accanto a quella di Piergiorgio Baita e di Giovanni Mazzacurati, sono alla base del processo che si sta svolgendo a Venezia, oltre che dei patteggiamenti già accordati.

Il gip di Venezia Gilberto Stigliano Messuti ha firmato il decreto di archiviazione «poiché gli elementi acquisiti non appaiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio per le motivazioni espresse dal pm che appaiono pienamente condivisibili», si legge nel documento del giudice che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata ad agosto dal pm Stefano Ancilotto. Si chiude così una delle indagini nate dalle costole del procedimento sulle tangenti del Mose.

«Una vicenda kafkiana», commenta Marco Vassallo, avvocato di quattro dei cinque indagati.

Sotto la lente della Procura lagunare erano finiti il rodigino Silvano Vernizzi, ora amministratore delegato di Veneto Strade; il veneziano Adriano Rasi Caldogno, ex segretario regionale alla Programmazione e ora dg dell’Usl 1 Dolomiti; Stefano Angelini, trevigiano di Preganziol, dirigente regionale delle Infrastrutture; la veneziana di Portogruaro Paola Noemi Furlanis, responsabile del coordinamento delle Commissioni di valutazione di impatto ambientali, tutti difesi dall’avvocato Marco Vassallo; Antonio Strusi, veneziano di San Donà, dirigente del settore Risorse finanziarie, difeso dall’avvocato Paolo Rizzo. Per il vicentino Mauro Trapani, dirigente regionale del settore Bilancio, era già stata disposta l’archiviazione.

A presentare la denuncia, a luglio 2014, era stata la “Net Engineering spa” di Monselice, capofila del raggruppamento temporaneo d’imprese arrivato secondo nella selezione, che sosteneva come l’assegnazione ad “Adria Infrastrutture” fosse stata “alterata con mezzi fraudolenti” dalla commissione. «“Net Engineering spa” eccepiva l’adozione di criteri contraddittori nella valutazione della proposta di “Adria Infrastrutture” e chiedeva di rivedere la liceità della procedura anche alla luce delle evenienze probatorie emerse nel processo Mose e alla vicinanza della commissione ad esponenti politici regionali condannati per corruzione», si legge nella richiesta di archiviazione del pm, «Ma nessuna delle collaborazioni offerte nell’ambito del processo Mose ha consentito di apportare elementi determinanti su eventuali violazioni procedurali nella gara. Anche il Consiglio di Stato (ribadendo quanto sentenziato dal Tar, ndr), pur pronunciandosi dopo l’emersione del caso Mose e al patteggiamento dei politici regionali corrotti, ha confermato la regolarità della gara».

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