Vicenza, iniziato il processo all'ex Popolare: fischi al nome di Zonin

VICENZA. È iniziato oggi a Vicenza il processo alla ex Popolare berica.
Un maxi processo che vede sei rinviati a giudizio tra cui l’ex presidente della banca Gianni Zonin.
Migliaia le parti civili costituite, oltre 2400 solo nella giornata di oggi, che porta in tutto le parti coinvolte a superare la soglia delle 7600 persone

Molti lo avevano già fatto nel corso dell'udienza preliminare, altri hanno scelto di farlo oggi, prima dell'apertura del dibattimento davanti al collegio presieduto dal giudice Miazzi. Nell' 'esercitò di persone che chiedono di essere risarcite per il crac della Popolare, spicca la costituzione di parte civile del Comune di Vicenza, che chiede un risarcimento sia patrimoniale che non patrimoniale. Da un lato, infatti, il municipio possedeva fin dal 2006 azioni della Popolare, lamentando così un danno diretto; dall'altro è la città ad aver subito un danno ancora non facile da quantificare, ma che si sconterà anche nei prossimi anni, come ha dichiarato oggi il sindaco Francesco Rucco.
L'apertura del dibattimento è stata accompagnata da una manifestazione di circa 500 persone all'esterno del tribunale; soci ed ex azionisti, spesso organizzati in associazioni, che vedono l'inizio del processo come una prima vittoria e che hanno voluto essere presenti anche se non in aula. Erano stati avvisati, infatti, che una folla eccessiva avrebbe potuto portare anche ad un rinvio a gennaio.
Alla lettura degli imputati, nessuno dei quali era presente, quando il giudice Miazzi ha pronunciato il nome dell’ex presidente Zonin dall’area allestita in collegamento video per seguire il processo, esterna all’aula dove era in corso il procedimento, si sono levate urla e fischi degli ex soci truffati indirizzati proprio all’assente Zonin.
La prossima udienza è già convocata per il 15 dicembre. Solo in seguito il tribunale dovrà decidere quali parti civili ammettere e quindi dare il via all'esame dei testimoni che potrebbero essere circa 200. Molto si discute del calendario, con le difese degli imputati che non vedono favorevolmente l'ipotesi di svolgere due udienze a settimana. Eppure sarebbe proprio questa la cadenza in grado di evitare la prescrizione che scatta nel 2025.
Il 20 del mese dovrebbe, invece, tornare in aula la difesa dell’ex ad Samuele Sorato, che deve ancora concludere l’udienza preliminare. La posizione dell’ex manager della banca è stata stralciata per motivi di salute e segue dunque un suo iter giudiziario.
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