Video hard, la ragazzina è tornata a scuola

Castelfranco: il file spedito con Whatsapp ormai virale. La famiglia: «Cancellate il video della violenza»
Borghesi Castelfranco avvocato Eva Liberalato e psicologo Carlo Vetere riguardo violenza subita da minorenne
Borghesi Castelfranco avvocato Eva Liberalato e psicologo Carlo Vetere riguardo violenza subita da minorenne

CASTELFRANCO. È un video ormai diventato inevitabilmente virale quello che riprende una ragazzina che compie atti sessuali insieme a tre amici: le forze dell’ordine hanno stimato in un migliaio le spedizioni avvenute attraverso Whatsapp, ma potrebbe essere una sotto stima: impossibile infatti stabilire fino a dove sia “rimbalzato” quel video. E infatti la prima mossa della famiglia, una volta appreso con sgomento che cosa era successo, è stata quella di rivolgersi alla polizia postale per bloccare la diffusione di quel video. Cosa che è risultata praticamente impossibile: le immagini non viaggiano su internet ma attraverso gli smartphone, con la particolarità di poter raggiungere contemporaneamente migliaia di destinatari. «Un messaggio deve essere chiaro: chiunque detenga ancora quelle immagini è perseguibile per detenzione di materiale pedopornografico» dice l’avvocato della famiglia Eva Liberalato « non escludiamo di poterci rivalere anche su costoro, soprattutto dopo che questo caso è emerso nei mass media».

Intanto da una settimana la ragazzina è tornata a scuola, nella solita classe. «Una decisione che, devo riconoscerlo, mi ha sorpreso, positivamente intendo». A parlare è Carlo Vetere, lo psicoterapeuta che sta seguendo la ragazza fin da quando è scoppiato il caso. Lavora presso l'Istituto Veneto Terapia Familiare ed è abituato a storie che vedono minori vittime e aggressori. «Ma è la prima volta che mi trovo davanti ad un caso di questo tipo, che ha tantissime implicazioni. Per la ragazza ma anche per tutte le persone coinvolte. Lei ha dimostrato di aver voglia di ricominciare, senza cambiare scuola, ma continuando in quella che ha sempre frequentato. Una decisione condivisa dalla famiglia, che le è vicinissima in questo percorso di cui non possiamo negare la difficoltà. In questo senso lei ha dimostrato un grande senso di responsabilità». Rispetto al suo ruolo in tutta questa vicenda, Vetere deve pesare le parole: «Forse l'espressione più esatta è che non è riuscita ad opporsi a quanto le era stato proposto più volte, almeno da quanto riferiscono le indagini. Al momento mi sentirei di escludere una coercizione nel senso letterale del termine, ma è troppo presto. Con lei non abbiamo ancora affrontato le dinamiche con cui è avvenuto il fatto».

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