Vietata la discesa, non lo sci di fondo. E parte l’assalto alla neve in era Covid

L'IDEA
Da Sappada a Lavarone, passando per Padola, Cibiana e Falcade, con tappa naturalmente ad Asiago. Mentre per Misurina bisognerà attendere ancora qualche giorno. È l’itinerario bianco per sci di fondo, ciaspolate e passeggiate, immersi nel bianco candido della neve. Con una stagione sciistica decisamente inedita, iniziata ufficialmente ieri, con gli impianti di discesa bloccati fino al 7 gennaio e la rivincita degli sport “di nicchia”.
ASIAGO E CAMPOLONGO
Ne sanno qualcosa dal Centro fondo Asiago, i cui telefoni non sono mai stati così “caldi”. Con un inizio di stagione, ieri, che ha tutta l'aria di essere l’alba di una stagione da incorniciare. «Già il primo giorno abbiamo registrato molte presenze: famiglie, ragazzi, adulti. Di tutto e di più. Ma, in base alle telefonate che abbiamo ricevuto, nel week-end ci sarà il pienone: per lo sci di fondo, ma anche per le ciaspolate e le passeggiate. Per il momento l’entrata è libera, ma forse dovremo introdurre le prenotazioni» fanno sapere dal centro. E la situazione è simile a Campolongo, dove i titolari del centro sci si sono spesi per l’intera giornata ricordando agli sciatori di mantenere le distanze di sicurezza. D'altra parte, con gli impianti di discesa chiusi, per gli amanti della neve non ci sono troppe alternative. Anzi, questa può essere proprio l'occasione perfetta per scoprire specialità spesso bistrattate dai più giovani. «È la mia prima volta con gli sci di fondo ai piedi. Prima di oggi, pensavo al fondo come a uno sport da vecchi» ammette il 24enne Marco Borin, ieri mattina partito da Venezia, direzione Asiago, con la fidanzata. «Per noi è una tradizione: quando aprono gli impianti, siamo in vetta. Abbiamo voluto dare una possibilità al fondo e devo dire che è andata meglio del previsto».
IL BELLUNESE
Mentre ad Asiago tutto è filato liscio, qualche problema si è registrato nel Bellunese, dove il maltempo ha colpito duro negli ultimi giorni. Per questo gli sciatori che amano praticare il fondo con vista sulle Tre cime dovranno attendere ancora qualche giorno. Ripristinata la comunicazione stradale con Misurina, rimangono ancora tre metri di neve da battere, che hanno dovuto fare alzare bandiera bianca (almeno per ora) ai gestori della pista. Mentre la stagione sciistica cortinese avrà avvio oggi, con la prospettiva di vedere riversarsi sul manto orizzontale (si fa per dire) gli amanti delle rosse e delle nere, pronti ad aprirsi a una nuova prospettiva. Ancora, ha battuto tutti i record l’anello di Padola, che ha aperto agli sciatori persino sabato scorso. Forse sarà stata per "l'abitudine" che ieri le presenze non sono state così elevate. E lo stesso a Cibiana, che ieri ha aperto praticamente a sorpresa, con un annuncio dato nel pomeriggio, che però non ha colto impreparati gli appassionati sciatori del luogo, che subito hanno voluto inaugurare la stagione. Devono essere un paradiso le piste per i locali, che in questi giorni sembrano essere “padroni” della neve. Lo spiega anche Gianfranco, gestore dello Sci nordico Falcade: «Il tempo era bellissimo, le strade perfette. È andata bene. C’erano solo sciatori del Bellunese, per la maggior parte atleti. Ma già da domenica abbiamo le prime prenotazioni con i maestri da parte dei turisti».
FUORI REGIONE
Spostandosi fuori regione, si affrontano due estremi. In Friuli, a Sappada, l’immagine emblematica è quella del gatto delle nevi, che riposa dopo il duro lavoro, in attesa dell'ennesimo tour de force. Le piste dell’associazione sportiva Camosci hanno aperto ieri, ma con un chilometraggio ridotto: tre chilometri invece di cinque. «Per permettere ai nostri uomini di rimuovere le tante piante cadute». E skipass gratis (ma solo ieri).
Dall’altra parte, in Trentino, è incontenibile l’entusiasmo di Massimo Osele, gestore del centro fondo Millegrobbe, a Lavarone: «Tutte le piste aperte, tantissima gente. Una prima giornata di sci che è stata fantastica, piena di fondisti tornati a Millegrobbe dopo anni, perché così tanta neve non si vedeva da tempo. E poi c’erano tantissimi ciaspolatori, tutti trentini. Con la chiusura della discesa, moltissimi si sono riversati sullo sci alpinismo, scoprendo la meraviglia di questo sport, con cui ammirare le nostre montagne da un'altra prospettiva». —
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