Riaperta dopo sette anni la villa di Palladio che ha ispirato la Casa Bianca
Villa Cornaro a Piombino Dese è stata progettata nel 1552 dall’architetto veneto. Oggi è di proprietà di una mecenate di Hong Kong. E’ stata interamente restaurata, valorizzandone interno ed esterno

Rieccola, tutta bianca, esaltare la sua perfezione architettonica: villa Cornaroa Piombino Dese, opera straordinaria del genio di Andrea Palladio, ha riaperto al pubblico dopo oltre 7 anni, grazie all’impegno della proprietaria, la donna d’affari di Hong Kong, Ada Koon Hang Tse, autentica mecenate dei tempi moderni. Dopo aver acquistato la villa nel 2018 dai precedenti proprietari, i coniugi americani Sally e Carl I. Gable, la nuova “padrona di casa” Ada Tse ha deciso di avviare un restauro minuzioso che ha permesso di restituire alla villa il suo splendore originario.
Progettata nel 1552 da Andrea Palladio, su commissione del nobile veneziano Giorgio Cornaro, la villa è stata restaurata internamente ed esternamente sotto la guida degli architetti Antonio e Giulia Foscari, a loro volta proprietari di villa “La Malcontenta” a Mira, altro gioiello palladiano. Il doppio colonnato su entrambe le facciate, nord e sud, ha reso celebre villa Cornaro, divenuta uno dei dieci edifici più copiati al mondo ed a cui, tra gli altri, è ispirata anche l’architettura della Casa Bianca a Washington.

Insieme ad altre tre ville del Palladio, La Rotonda di Vicenza, villa Emo a Fanzolo e villa Barbaro a Maser, villa Cornaro è considerata uno dei massimi capolavori dell’architetto nato a Padova, ma vicentino di adozione ed è patrimonio dell’umanità Unesco dal 1996 (come tutte le 24 ville palladiane del Veneto).
A guidare turisti ed appassionati d’arte e di bellezza nella visita della villa è Riccardo Miolo, storico dell’archeologia che, tra stanze, saloni e scalinate, svela regole e suggestive curiosità che il Palladio aveva inserito nel disegno della sua opera: dalle stanze con le dimensioni perfette secondo il rapporto 16/27, uguale ai 6/10 dei romani «misure ideali per il benessere delle persone», alle proporzioni delle altezze, dalle scritte originali dei Cornaro sui muri esterni, ai pavimenti con geometrie regolari, fino ai punti di osservazione ed alle asimmetrie che aprono a viste inattese. I 104 affreschi settecenteschi, opera del pittore rodigino Mattia Bortoloni, raccontano l’Antico (piano terra) e il Nuovo Testamento (piano nobile) ma nascondono anche sorprese e doppi significati.

Tra le statue all’interno, spicca quella di Caterina Cornaro, regina di Cipro e signora di Asolo, il cui ritorno a Venezia è rievocato nella celebre Regata Storica. Infine, il grande parco, la peschiera ed il giardino regalano sensazioni d’altri tempi al termine di un percorso che immerge l’ospite, per un’ora, nei fasti della Serenissima.
Le informazioni sulle visite si possono richiedere a mioriky@gmail.com. Per il prossimo futuro, la proprietaria Ada Koon Hang Tse ha in progetto di allestire all’interno di villa Cornaro una mostra permanente di arte moderna.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova