Vino, il Veneto dei record l’export supera i 2 miliardi

Grande ottimismo, la produzione registra un aumento del 15 per cento Pan: «Con 100 mila ettari di vigneti doc siamo la quarta potenza mondiale»
BELLUCO.PROGRAMMA TV PATRIZIO ROVERSI VENDEMMIA COLLI VO' EUGANEO
BELLUCO.PROGRAMMA TV PATRIZIO ROVERSI VENDEMMIA COLLI VO' EUGANEO

padova

Sarà una vendemmia più ricca e di qualità, con più uva raccolta un po’ in tutto il Veneto dopo le sferzate del clima del 2017 che ha regalato un’annata d’oro. Ovviamente salvo imprevisti, perché anche le prossime settimane, quando la raccolta entrerà nel vivo un po’ in tutti i vigneti, grandine, nubifragi o colpi di calore potrebbero ancora rappresentare una minaccia e metterà a dura prova i piani dei viticoltori. Le trombe d’aria sono sempre in agguato.

Ma c’è ottimismo fra i produttori e i tecnici che si aspettano soddisfazioni da questa annata. Le previsioni firmate, come da tradizione, da Veneto Agricoltura sono all’insegna dell’ottimismo e stimano un aumento tra il 15 e il 18 per cento della produzione, vale a dire oltre 13 milioni di quintali d’uva raccolti nei vigneti. Con il segno positivo tutte le province, dall’incremento più contenuto di Belluno (il 5 per cento) all’exploit di Vicenza con oltre il 30 per cento in più rispetto al disastroso 2017.

Il primato della produzione è ben saldo per la provincia di Treviso, con oltre 6 milioni di quintali d’uva da raccogliere, seguita da Verona con 4,3 milioni di quintali, da Venezia con 1,1 milioni e da Padova con 800 mila quintali. In sostanza la produzione torna ai valori di due anni fa, recuperando completamente le perdite dello scorso anno, segnato dalle gelate tardive, da violente grandinate e da una estate particolarmente siccitosa.

Il 2018 invece ha graziato la quasi totalità dei vigneti, con qualche eccezione ovviamente, in zone circoscritte colpite da violenti temporali estivi.

«Siamo di fronte ad un andamento climatico piuttosto regolare e senza fenomeni estremi» spiega il direttore di Veneto Agricoltura Alberto Negro «e questo permette di sbilanciarsi e prevedere una vendemmia che, salvo l’insorgenza di fenomeni climatici avversi da oggi in poi, sarà anticipata rispetto al 2017. A Padova e Rovigo la raccolta inizierà già la prossima settimana con 7-10 giorni di anticipo e anche nel trevigiano le varietà come Pinot Grigio e Chardonnay saranno vendemmiate a ridosso di Ferragosto. I ritardi riguardano per lo più i vini rossi nella zona di Verona. Naturalmente le settimane che precedono la raccolta potrebbero ancora influenzare o condizionare le qualità delle uve».

«Al momento non sono segnalate anomalie» aggiunge Nicola Belfiore del Centro ricerca viticoltura ed enologia veneto «ed è prevista ovunque una vendemmia qualitativamente buona, grazie al favorevole decorso climatico che ha favorito la corretta gestione della chioma, la tempestiva esecuzione dei trattamenti antiparassitari e l’assenza di fenomeni di stress idrico che influenzano la fisiologia, la sintesi dei composti e la qualità delle uve. A spingere sulla produzione anche i nuovi vigneti entrati in produzione quest’anno». L’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan pone l’accento sul primato delle denominazioni e dell’export: «i quasi 100 mila ettari di vigneti in Veneto sono a denominazione d’origine e la nostra regione si conferma la quarta potenzia mondiale per quanto riguarda l’export, con un valore di 2,13 miliardi di euro sui 6 miliardi complessivi dell’Italia. Rispetto all’anno precedente c’è un aumento del 6,4 per cento dei rica vi e del 3,8 per cento dei prezzi». Dopo Ferragosto scatta la corsa per la vendemmia, poi sarà il mercato a decretare l’exploit del vino veneto. —

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