VIOLENZA RAZZISTA«Non volevo sparare agli stranieri»Rimosse le pagine su Facebook

Il ventiduenne Marco Zenere prima ha cancellato i gruppi  "Grantorto 24 ore di fuoco libero con gli extra disarmati. Chi ci sta?" (95 fan) e "Quelli che girando per Grantorto si chiedono: ma qui siamo a Kabul?" (173 adesioni), poi è andato dal sindaco Sergio Acqua a chiedere scusa
GRANTORTO. Ha avuto grande eco la follia razzista su Facebook partita da Grantorto. Un atto da condannare, che ha suscitato sdegno e disapprovazione. «Non è quello che penso davvero sugli immigrati». Marco Zenere, ieri, è andato dal suo sindaco, Sergio Acqua. E ha chiesto scusa.


Il caso è scoppiato sabato sera; Marco, 22 anni, su Facebook aveva lanciato un gruppo: «Grantorto 24 ore di fuoco libero con gli extra disarmati... Chi ci sta?». In 95 avevano dato l'ok sul web. Ne aveva lanciato un altro: «Quelli che girando per Grantorto si chiedono: ma siamo a Kabul?». Qui erano 173, una sola parola: «Fuoriiii!». Un suo compaesano 45enne ha scritto al mattino. E la denuncia ha dato i suoi frutti.


«Mi assumo le mie responsabilit è - spiega Marco - ho provveduto a rimuovere i due gruppi e non mi ritengo razzista». La sua provocazione però è molto grave e va condannata. Perché queste provocazioni? «Sono gruppi nati più di un anno fa, quando Facebook, almeno per me, era agli inizi.


Un momento, una bravata... La "follia razzista" è qualcosa di diverso. Non si capiva bene cosa fosse Facebook, come funzionasse. Sono rimasti, ma non mi ricordavo neanche più di averli creati». Se lo è ricordato ieri mattina: «Una serie di persone hanno iniziato a chiamarmi, avevano letto il giornale, insieme ad un amico ho pensato bene di cancellarli dal social network. E poi sono andato a casa del sindaco e mi sono sentito in dovere di chiedere scusa di quanto avevo fatto. Mi ritengo una persona conosciuta e rispettata.


Per diversi anni ho giocato a calcio, anche con persone di altra nazionalitè, molti di origine marocchina, ma non c'è mai stato nessun tipo di screzio o conflitto. Ho sbagliato, non voglio che nessun giovane creda che quello che ho scritto siano effettivamente cose che penso». Acqua aveva condannato duramente l'episodio: «Marco è venuto da me, è stata una visita che non mi aspettavo, lo conosco bene, e ho molto gradito sia venuto a chiedere scusa. Mi ha confermato di non avere nulla contro gli extracomunitari, le sue intenzioni non erano cattive.


E' di Grantorto, è un ragazzo a posto, che lavora, bravo, fa l'elettricista». Adriano Pozzato, segretario generale della Cisl di Padova, e Pap Fall, segretario con delega all'immigrazione, hanno iniziato sabato, a Padova, un percorso sui giovani di seconda generazione. Faranno tappa a Grantorto.


«Si tratta di giornate itineranti, che si svilupperanno in tutta la provincia. Visto l'accaduto, abbiamo pensato che a maggio vorremmo fare tappa proprio a Grantorto ed inviteremo i ragazzi a venirci a trovare. Non si può scherzare su questi argomenti, è un episodio grave - osservano gli esponenti della Cisl - queste cose si possono fare o per goliardia o per convinzione. La goliardia deve diventare oggetto di attenzione, perché può degenerare».
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