Virus aviaria, la Capua rischia il rinvio a giudizio

VERONA. Sarà celebrata davanti al giudice di Verona, Laura Donati, l’udienza preliminare legata a un presunto traffico illecito di virus dell’influenza aviaria, l’H9 e l’H7N3, che, secondo l’accusa, sarebbero stati utilizzati per «produrre in forma clandestina, senza autorizzazione del Ministero, specialità medicinali ad uso veterinario per poi commercializzarli». E così facendo, per il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo (che aprì l’inchiesta a Roma) «determinarono il contagio di sette operatori del settore e, a titolo di prevenzione, l’abbattimento di milioni di polli e tacchini». Da Roma a Verona, perchè in riva all’Adige sarebbe partita la vaccinazione d’emergenza. Nelle due udienze, già fissate a metà aprile e a maggio, tra i quindici imputati ci sono nomi eccellenti.
I più noti sono quelli della virologa padovana Ilaria Capua (eletta giusto tre anni fa alla Camera dei deputati nelle liste di Scelta civica), e del marito, lo scozzese Richard John William Currie, incaricato della vendita del kit diagnostico per la Fort Dodge di cui era funzionario. Tra gli imputati figura anche Paolo Candoli, manager della Merial Italia Spa, che avrebbe ricevuto illecitamente dall’Arabia Saudita (dove era stato contrabbandato dagli Usa) il virus H9 nascosto in cubetti di ghiaccio. L’onorevole Capua, già vicepresidente della commissione Cultura della Camera, ora in forza alla commissione Politiche comunitarie di Montecitorio, avrebbe detenuto il ceppo H7N3, ceppo virale di origine pakistana, che avrebbe poi ceduto, in cambio di denaro, alla Merial (Divisione Salute Animale di Sanofi, con stabilimento a Noventa Padova).
Secondo l’accusa (a Verona il fascicolo è stato assegnato al pubblico ministero Beatrice Zanotti) sono stati poi i dirigenti ministeriali a dare il via libera a Merial e Fort Dodge, in cambio di denaro sotto forma di royalties, regalie e finanziamenti per congressi. Il tutto in danno di altre ditte concorrenti. A Verona la professoressa Capua è difesa dall’avvocato Tiburzio De Zuani, il quale sottolinea che l’epidemia non si è verificata. In una recente intervista l’accusata ha ricordato che i fatti che le sono imputati sarebbero accaduti parecchi anni fa, addirittura a partire dal 1999: «In giudizio mi difenderò, non temo nulla e non metto le mani avanti. Certo è curioso che una persona venga accusata di traffico di virus dopo più di dieci anni, e soprattutto è strano che questo avvenga quando si trova a lavorare in Parlamento».
L’onorevole Capua taglierà, il 21 aprile, il traguardo dei 50 anni. La rivista Seed l’ha proclamata “mente rivoluzionaria” per le sue ricerche sulle sequenze genetiche dei virus influenzali: è pure stata inserita fra i cinquanta scienziati top di Scientific American.
Della sua esperienza parlamentare parla in un volume, “L’abbecedario di Montecitorio”, uscito da qualche settimana. Un percorso con luci ed ombre se è vero che, il 14 febbraio, al giornalista Alberto Michelini, che si chiedeva che futuro possa avere un Paese che «ammazza anno dopo anno l’università e la ricerca», ha risposto: «Infatti, la mia proposta di legge sulla ricerca indipendente giace nelle stanze buie della Camera. Nessuno mi ascolta». Emblematico l’hasthag: «Sola».
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