Visoni, istrici, conigli della Florida È il Veneto degli animali “stranieri”

VENEZIA. Era dai tempi del Medioevo che in Veneto non si vedevano le foreste di oggi. L’abbandono dei pascoli e dell’agricoltura ha lasciato spazio a una rigogliosa rinascita del verde. Un paradiso...
VENEZIA. Era dai tempi del Medioevo che in Veneto non si vedevano le foreste di oggi. L’abbandono dei pascoli e dell’agricoltura ha lasciato spazio a una rigogliosa rinascita del verde. Un paradiso per gli animali. Grazie alla riforestazione degli ultimi decenni, oggi infatti il Veneto è una delle regioni più ricche di biodiversità con ben 96 specie di mammiferi. Tra le nuove specie ci sono il lupo e l’orso, ma ce ne sono anche di invasive che aggrediscono quelle autoctone, come fa il visone che non ne vuole sapere di una pacifica convivenza con la puzzola. Sono queste alcune novità della ricerca dell’Associazione Faunisti Veneti, coordinata dal Museo di Storia Naturale di Venezia e pubblicata nel “Nuovo Atlante dei Mammiferi del Veneto” di Wba edizioni. «Era da oltre un decennio che non si faceva un punto sulle specie presenti in Veneto», spiega lo zoologo Mauro Bon del Museo di Storia Naturale. «Lo studio si basa su 50 mila segnalazioni raccolte dal 1990 al 2016 da 4500 rilevatori, la maggior parte segnalazioni di cittadini».


I nuovi arrivati.
L’incontro tra i primi due lupi che hanno scelto il Veneto come loro casa risale al 2012. Lei, lupacchiotta esploratrice proveniente dalle Alpi Occidentali, incontra nel Parco della Lessinia un lupo avventuriero di origine slovena. Ed è colpo di fulmine. Entrambi tagliano le radici con il passato e decidono di fermarsi qui. Un’altra nuova presenza è l’orso. Da qualche anno ce ne sono tre che bazzicano nel Cadore, ma poi per riprodursi tornano nelle terre di provenienza, in Friuli e in Trentino. È anche nuovo l’istrice, un vero maratoneta: «È arrivato camminando da solo dal Centro Italia», prosegue Bon. «E poi si è fermato nel Vicentino e nel Veronese. Vive nei boschi ed è vegetariano». Dopo anni di silenzio è ricomparsa anche la foca monaca. Proveniente dalla Croazia, è stata avvistata più volte nell’Alto Adriatico e nel 2016 qualcuno l’ha vista perfino a Venezia, scatenando una vera “focomania”. Altri nuovi mammiferi sono la lepre bianca, il gatto selvatico e il capriolo che si è avvicinato alla pianura, mostrandosi nel Bosco di Carpenedo a Venezia e sul Delta del Po.


Gli invasori.
La natura è sempre in perfetto equilibrio, eccetto quando arriva l’uomo. È il caso della presenza delle specie aggressive, introdotte dagli umani, come i cinghiali, immessi dai cacciatori, e lo scoiattolo americano. Questo roditore si compra nei negozi di animali, ma qualcuno lo ha poi liberato: «Lo scoiattolo comune non regge il confronto, sia perché la specie americana è più aggressiva sia perché è portatrice di malattie che il nostro non sa affrontare», spiega Bon. «Il problema è che lo scoiattolo piace, soprattutto ai bambini, perché ha un aspetto tenero e simpatico, quindi gli si continua a dare da mangiare». Un altro invasore è il coniglietto americano della Florida, introdotto per essere cacciato, ma ora fuori controllo e vincente rispetto al coniglietto comune. Visone e nutria condividono stessa origine e stessa sorte. Entrambi provengono dagli allevamenti ed entrambi sono stati liberati da blitz di animalisti. Le nutrie, vegetariane, rovinano gli argini e sono risalite addirittura in Valbelluna. I visoni invece se la prendono con la puzzola che stanno progressivamente eliminando.


A rischio.
Pochi ne conoscono l’esistenza, ma il moscardino e l’arvicolo sono due importanti indicatori ecologici che stanno scomparendo. Il primo vive nelle siepi che si usavano per separare i campi agricoli, ma da quando ci sono le monoculture questo cespuglio è stato eliminato. I secondi invece vivono nei canali di acqua pulita che purtroppo sono sempre più luoghi di discarica.


La sorpresa.
Un capitolo a parte bisogna dedicarlo ai pipistrelli. Il Veneto, con le sue profonde grotte, è un vero serbatoio di questa specie che è ancora tutta da scoprire. Il libro, di 368 pagine, contiene scritti di Bon e Anna Spada di Asfave e un centinaio di schede descrittive. Si stima che oggi ci siano nel Veneto una quarantina di lupi, 15 mila volpi, sui 7 mila cervi, mille daini, quasi 2000 mufloni, circa 400 stambecchi e quasi 8000 camosci. Il volume è acquistabile online su www.faunistiveneti.it. «Gli animali», conclude Bon, «continuano a sorprenderci».


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