Vita da nababbi con ville e auto di lussograzie alle truffe e all'evasione fiscale

L'operazione della Guardia di Finanza porta alla luce un business milionario. C'è anche l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Indagate 58 persone
PADOVA
. Il sistema che avevano messo in piedi era avviato da tempo (probabilmente da più di tre anni), praticamente invisibile e incredibilmente semplice. Acquistavano merce (pneumatici e materie plastiche) che non pagavano e che poi rivendevano sotto costo al mercato nero. In soli otto mesi hanno intascato più di 3 milioni di euro. Li ha fregati un peccato di vanità: l’acquisto di una Lamborghini Gallardo cabrio da 190 mila euro.


E’ grazie ai controlli incrociati sui «falsi poveri» che la Compagnia di Padova della guardia di finanza ha scoperto una truffa milionaria e arrestato tre persone.


In cella, nei giorni scorsi, per ordine del pm Roberto D’Angelo - che ha chiesto e ottenuto dal gip Nicoletta De Nardus alcune ordinanze di custodia cautelare - sono finiti due cugini di Cadoneghe e un commercialista di Padova. Si tratta di Andrea Tosato, coniugato con prole, 43 anni residente in via Bagnoli 65 (Cadoneghe), del cugino Corrado Tosato, 40 anni, celibe, residente in via Silvestri 62 (Cadoneghe) e di Cristiano Sachs, 31 anni, celibe, commercialista, residente in via Da Murano 43 all’Arcella. I tre devono rispondere a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alle frodi ai danni dell’Erario, nonché al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Già perché i due Tosato, con la complicità di Sachs, oltre a risultare nullatenenti, chiedevano agli immigrati clandestini dai due ai tremila euro a testa per metterli in regola.


Ma nei guai sono finite anche altre 58 persone, denunciate per lo stesso reato: per lo più si tratta di «teste di legno», donne e uomini a cui il trio intestava ditte fasulle che servivano per acquistare il materiale da ditte estere che, fidandosi delle visure camerali e dei bilanci completamente artefatti, spedivano la merce ordinata. Poi, dato che non venivano più pagate, le aziende rientravano dei costi grazie alle assicurazioni. Nel frattempo Andrea e Corrado Tosato (che erano perfettamente consapevoli del meccanismo), facevano «sparire» gli ordinativi e li vendevano sotto costo. Nulla di più facile.


Ma, come detto, gli uomini del colonnello Ivano Maccani, una volta avuto l’elenco delle auto di lusso immatricolate nel Padovano, hanno cominciato i controlli. E così è saltata fuori la truffa milionaria. Una storia condita di aziende di «carta», fatture fasulle, soldi facili e lussi in barba a tutti i contribuenti.


Andrea Tosato, denominato «Fantomas» per la sua capacità di nascondersi al Fisco, è stato controllato a bordo della Lamborghini l’anno scorso. Il resto è cronaca. In otto mesi di indagini e di intercettazioni la finanza ha sequestrato la Lamborghini (acquistata attraverso una società di leasing), una villa a Jesolo (in via Capoccia vicino al parco Ippico) del valore di 200 mila euro, una Bmw X5, 1 moto d’acqua e due quad. Bloccata anche una truffa ai danni di un istituto di credito che stava per finanziare 500 mila euro ad una azienda «fantasma» riconducibile ai cugini Tosato.

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