Vitalizi, niente sequestro per l’ex assessore veneto Chisso
E’ il primo caso in Italia di blocco e restituzione. Nel 2014 Renato Chisso era stato arrestato per lo scandalo del Mose

Renato Chisso, l'ex assessore regionale ai trasporti della Regione del Veneto, arrestato nel 2014 per lo scandalo del Mose, riavrà quattro quinti del suo vitalizio, arretrati e rivalutazioni compresi. Il merito è del suo avvocato, il bellunese Maurizio Paniz, già deputato della Repubblica per tre legislature. Il 4 giugno 2014 allo scoppio lo scandalo del Mose, tra gli arrestati vi era stato, con l'accusa di corruzione, l'assessore regionale di Forza Italia Renato Chisso che scontò una pena di due anni e 22 giorni tra carcere e domiciliari.
Nel patteggiamento venne inserita la confisca di due milioni di euro. In relazione a quella disposizione sei anni dopo i militari del nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Venezia diedero corso alla confisca di 332.287 euro nei confronti dell'ex assessore. Cifra che il consiglio regionale avrebbe dovuto dargli come vitalizio. Adesso quei soldi dovranno essergli restituiti.
Spiega Paniz: «quando Chisso è venuto a parlarmi del fatto che non aveva un centesimo, ho detto: ma come, hai diritto alla quota parte del vitalizio! La Cassazione ripetutamente e la Corte costituzionale, anche accogliendo dei miei ricorsi, hanno stabilito che il vitalizio, sia nazionale che regionale, è un trattamento pensionistico. Ed essendo un trattamento pensionistico maturato a seguito della corresponsione della quota parte dei contributi versati dal lavoratore, il lavoratore stesso ha diritto ad averne una parte».
Il legale ha fatto ricorso al giudice dell'esecuzione del tribunale di Venezia e il giudice delle indagini preliminari, Daniela Defazio, il 27 febbraio scorso, lo ha accolto, riforma l'ordinanza del 12 giugno 2023. In sostanza, solo un quinto del vitalizio è confiscabile. La Regione non ha ancora restituito i soldi al suo ex assessore, ma è questione di poco tempo. Cifre che si annunciano significative. «per gli arretrati - dice Paniz - »qualche centinaia di migliaia di euro, più gli interessi, la rivalutazione e ovviamente il vitalizio mensile per la quota non suscettibile di sequestro«. È il primo caso in Italia, rimarca l'avvocato, di vitalizio sequestrato e restituito.
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