Zaia: è giusto indennizzare gli azionisti-risparmiatori
Il governatore si allinea al no leghista ma aggiunge: «Occorreva evitare il panico» Menorello: «AI nome del Veneto chiedo scusa al Parlamento per questo sfacelo»

Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta in aula della Camera durante votazioni pregiudiziali su decreto legge recante interventi urgenti per assicurare la parita' di trattamento nel settore creditizio, Roma 27 giugno 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI
VENEZIA. È stata battaglia accesa alla Camera, sul decreto legge che salva le banche venete cedendone la parte sana ad Intesa e assorbendo la bad bank con un esborso di circa 7 miliardi. Movimento 5 stelle, Lega e Forza Italia hanno presentato una serie di pregiudiziali, per far cadere il decreto, ma sono state tutte bocciate. Forza Italia ritiene il decreto «incostituzionale», Fratelli d’Italia ha gridato al golpe.
Tutte sono state bocciate, e così il decreto legge che salva Popolare Vicenza e Veneto Banca può continuare il cammino parlamentare, nella prima commissione in sede referente. Ma sono state scintille su tutti i fronti, dentro e fuori l’aula: ; in particolare, su un decreto che sospendeva il rimborso di un bond di Veneto Banca, approvato dal governo una decina di giorni fa. Ci sarà un emendamento ad hoc, incardinato oggi.
Il segretario Matteo Salvini, dal canto suo, ha alzato le barricate: minaccia il blocco dell’aula, se il decreto non sarà modificato. Un «no» così secco, da costringere lo stesso governatore Luca Zaia a rimodulare la sua posizione di domenica. A caldo il governatore aveva dato un «disco verde» all’operazione del governo, all’insegna del «salvare il salvabile».
Ieri Zaia si è allineato al segretario Salvini: «Capisco e comprendo la posizione di Salvini e del mio partito, non mi meraviglia questa posizione che condivido. E non farei discorso di “sì” o “no” , lo trovo anche poco rispettoso. Non penso che la partita sia ormai chiusa, ma penso ci sia ancora spazio per pensare a risparmiatori che solo impropriamente chiamiamo azionisti, penso che ci debbano essere margini per pensare a quelli che hanno perso tutto». Zaia sottolinea come il decreto abbia «impedito il crollo evitando il panico ma oltre a un balletto di cifre poco chiaro su valori patrimoniali e sofferenze, dove ognuno sembra smentire l’altro, ritengo indispensabile che si pensi anche ai risparmiatori. E se è vero che Mediobanca stima in 250 milioni il futuro utile di Intesa, allora penso che un decreto debba anche prevedere che una parte di quegli utili vada a indennizzare chi ha perso tutto, quelli che hanno affidato i risparmi di una vita, e che non sono certo speculatori e traders, e certo non hanno meno diritti. Eppure, agli obbligazionisti arriverà un ristoro del 100%». Zaia, infine, si è detto convinto che «questa partita non inficerà il referendum sull’autonomia» e che anzi «fossimo stati già autonomi avremmo gestito la partita diversamente», e ha ricordato: «Nel 2015 avevo scritto a Renzi, Padoan, Visco e Draghi per portare all’attenzione la situazione dei due istituti il tempismo sarebbe stato fondamentale».
Non troppo a margine, la dichiarazione in commissione di Domenico Menorello, padovano, di Civici e Innovatori. «È bene che il Governo chiarisca le molte e gravi contraddizioni che emergono dal caso di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, ma prima di tutto, come deputato veneto, chiedo scusa al Parlamento e allo Stato per lo sfacelo dei due istituti di credito, che costerà al Paese una cifra inaccettabile di risorse pubbliche. E spero che le scuse siano chiesta dai mie colleghi veneti, dai ministri e dai sottosegretari veneti, oltre che dal governatore del Veneto, a nome di tutte le classi dirigenti venete, che per troppi anni hanno girato la faccia dall’altra parte».
Da registrare anche una stilettata di Federico D’Incà, deputato veneto pentastellato: «Lega muta, anzi imbavagliata, sulle pregiudiziali al decreto: coda di paglia? » .Intanto i risparmiatori, quelli che fanno riferimento all’associazione di don Torta, si mobilitano per la manifestazione di venerdì 30 a Vicenza. L’associazione presieduta dall’avvocato Andrea Arman rappresenta, direttamente o indirettamente, circa un quarto dei 205 mila azionisti di Veneto Banca e Bpvi.
(an.pas.)
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