«Zaia venga in Aula a dare spiegazioni non può più tacere»

Ruzzante attacca il governatore: «Galan meglio di lui» E oggi il via agli interrogatori di garanzia degli arrestati
Di Daniele Ferrazza
Il capo della segreteria del sottosegretario Braga, Giuseppe Ambrosio. ANSA/ SITO WEB CRA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++
Il capo della segreteria del sottosegretario Braga, Giuseppe Ambrosio. ANSA/ SITO WEB CRA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

VENEZIA. «Luca Zaia non può più far finta di niente: credo che qualche spiegazione la debba dare». Tenero nel tono, fermo nella sostanza, Piero Ruzzante si prende il merito di aver scoperchiato per primo il pentolone di Buonitalia, «un carrozzone che ha speso soldi dei contribuenti per fare delle autentiche porcherie». Il consigliere regionale del Partito Democratico chiede al governatore di venire in aula e riferire, nonsolo sul caso del Ministero delle Politiche agricole, ma anche sul recentissimo arresto di un funzionario regionale sul caso del bollo auto.

«Attribuisco a Giancarlo Galan la coerenza di aver voluto vederci chiaro, al suo arrivo al ministero – spiega Ruzante –. Ma Zaia non può fare finta di niente. Anche perché nell’inchiesta è coinvolta la società fondata dal suo ex portavoce. Credo sia una problema anche di rispetto per l’aula regionale: qualche spiegazione deve darla. Venga a riferire, spieghi, ma affronti a viso aperto le quesioni, senza ripararsi dietro a un dito». Secondo Ruzzante – l’unico peraltro a prendere una posizione netta sul caso - dall’inchiesta sulla cricca del Ministero delle Politiche agricole esce un quadro inquietante: «Sono un garantista e perciò mi attendo dalla magistratura un lavoro rapido e preciso - aggiunge Ruzzante –. Ma se il quadro è quello che abbiamo visto appare una distribuzione allegra di risorse pubbliche con finalità tutt’altro che istituzionali, ma sorrette da una serie di rapporti clientelari. È il solito meccanismo di far lavorare gli amici degli amici. E al tempo del dicastero guidato da Zaia c’era una colonia di veneti e trevigiani negli uffici: i cosiddetti Zaia boys. Io credo che il governatore debba essere un po’meno pilatesco e affrontare con coraggio questa vicenda:dicendo quel che sa, riferendo al consiglio veneto quel che pensa. Affronti, insomma, a viso aperto questa inchiesta e ne dia una spiegazione. Perché, non dimentichiamolo, quei fondi del Ministero dell’Agricoltura sono andati a finanziare anche la pubblicazione Il Welfare uscita a ridosso delle elezioni regionali». Ruzzante fa riferimento a una pubblicazione, realizzata dalla società Noema srl di Verona, che propagandava l’immagine di Zaia ministro: lui che tagliava le spighe di grano, lui vestito da salumiere, lui tra i tartufi d’Alba, lui tra i formaggi veneti. Una pubblicazione arrivata nelle case dei veneti poche settimane prima delle elezioni regionali del Veneto.

Questa mattina a Roma inizieranno gli interrogatori di garanzia delle undici persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su una presunta attività corruttiva al ministero delle Politiche

Agricole, Alimentari e Forestali per l’aggiudicazione di appalti. Il gip Flavia Costantini, che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare, ascolterà le cinque persone finite ai domiciliari: il funzionario ministeriale, Luca Gaudiano, e gli imprenditori Riccardo Deserti, Maria Claudia Galinelli, Luigi Cardona e Oliviero Sorbini. - Venerdì verranno sentiti, invece, i sei arrestati: il capo della segreteria del sottosegretario Braga, Giuseppe Ambrosio; la moglie Stefania Ricciardi; i dirigenti del Ministero, Francesco Saverio Abate e Ludovico Gay, l’impiegato Michele Mariani e Alfredo Bernardini della Confederazione italiana agricoltori.

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