Baido, l’atleta di Dio: «Nella vita non basta avere i piedi buoni»

Il neo acquisto è già un punto fermo dell’Este in serie D. L’undici di Zattarin in campo in casa con il Real Vicenza

ESTE. La forza in più. Raffaele Baido, 27 anni, è uno dei protagonisti dell’Este: dentro e fuori dal campo. Arrivato quest’anno, il trequartista partirà titolare anche oggi nel match casalingo contro il Real Vicenza (serie D, ore 15, arbitro Giua di Pisa). Secondo Raffaele, però, i piedi buoni non bastano. C’è qualcosa di molto più importante: Dio. Il suo cammino di fede è iniziato 10 anni fa, quando lasciò San Giorgio delle Pertiche, suo paese d’origine, per inseguire il grande sogno nella Primavera del Siena: « La prima notte in Toscana fu durissima» racconta il giocatore. «Mi sentivo spaesato e solo. Così ho iniziato a pregare, cercando la forza in Dio. Parlare con lui mi aiutava e, visto che giocavamo al sabato, la domenica andavo a Messa». Durante la carriera, vissuta in serie C con le maglie di Mezzocorona, Montichiari, Rodengo Saiano e Bassano, la sua spiritualità è cresciuta sempre di più, aiutata dalla passione per la lettura: «Leggo tantissimo. Mi piace molto Paulo Coelho, ha una grande spiritualità e tratta spesso il tema della religione».

Per suggellare il suo grande amore verso Dio il neoacquisto dell’Este, durante le partite, indossa una maglietta con la scritta «Gesù ti amo», oltre ad avere due tatuaggi molto speciali, il volto della Madonna sulla spalla e San Michele Arcangelo sulla schiena: «Ho tantissimi tatuaggi e questi due per me significano molto. San Michele, in particolare, ha cacciato Lucifero dal Paradiso e rappresenta il bene che sottomette il male». La grande devozione per la Madonna, invece, deriva da un pellegrinaggio a Medjugorje nell’estate 2011: «Lì ho conosciuto Don Emanuele, per me è come un padre spirituale. L’anno prossimo celebrerà il mio matrimonio con Silvia». Il calcio, al di là degli esempi di cristianità rappresentati da Kakà e Legrottaglie, esponenti del Movimento “Atleti di Cristo”, è un mondo dove spesso la religione non viene presa troppo sul serio: «Il calcio mi ha dato tantissimo, ma più volte ho sentito il bisogno di disintossicarmi da questo ambiente».

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