Genio insolente del tennis McEnroe, imprese e gossip

LA RECENSIONE

Prossimo ai 60 anni (il 16 febbraio) il tennista John McEnroe si fa un regalo di compleanno e pubblica 100%. L’autobiografia di una leggenda (Piemme, 19 euro – e-book a 9, 99 euro), il seguito del precedente Sul serio. La mia storia. Già l’auto-proclamazione a leggenda la dice lunga sul carattere di questo genio – mancino – del tennis: sicuro di sé, spesso strafottente, è passato alla storia anche per le litigate e gli insulti ai giudici di sedia e di linea, scontati con migliaia di dollari di multe.

McEnroe è questo ma è anche – soprattutto – un palmares impressionante: 155 i titoli totali vinti, record maschile nell’era Open; ha vinto 7 Grandi Slam in singolare e nove Grandi Slam in doppio; la Coppa Davis è stata tra le sue mani per cinque volte, dal 1978 al 1992, anno del ritiro. Da allora “SuperBrat” (super moccioso) ha fatto molte altre cose: l’attore, il collezionista d’arte, il commentatore televisivo, l’opinionista.

Le attività più recenti vengono spesso messe in parallelo con incontri di tennis del passato: vittorie sonore o sconfitte brucianti. Come quella contro Ivan Lendl, Roland Garros 1984, suo incubo ricorrente: «Non farti prendere dal panico. Non pensare al caldo. Non pensare al pubblico. Tutti sanno che puoi batterlo. Tu sai che puoi batterlo», un mantra che non gli evitò il tonfo. Tra i dettagli del suo matrimonio con la cantante Patty Smyth e i tentativi di diventare presentatore di dubbie trasmissioni tv, troviamo un McEnroe tutto sommato saggio: «Nella vita, come nello sport, sono le peggiori sconfitte che ti insegnano le cose più importanti. Se hai troppa paura di ritrovarti con il culo a terra, finirai per non alzarti mai dalla sedia». —

Annalisa Celeghin

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