«Mi manca l’adrenalina che mi davano le gare»

Alice Carpanese ha smesso due anni e mezzo fa: «Uscivo dagli allenamenti distrutta ma carica: l’atleta top ha quella follia che non ti dà la vita normale»
Di Cristina Chinello
20090730 - ROMA - SPO - NUOTO: MONDIALI; 4X200 METRI STILE LIBERO DONNE. La 4X200 azzurra, da sin.: Alessia Filippi, Alice Carpanese, Federica Pellegrini e Renata Spagnolo durante la finale dei 4X200 metri Stile Libero donne ai Mondiali di Roma 2009, oggi 30 luglio 2009 . ANSA / ETTORE FERRARI / FRR
20090730 - ROMA - SPO - NUOTO: MONDIALI; 4X200 METRI STILE LIBERO DONNE. La 4X200 azzurra, da sin.: Alessia Filippi, Alice Carpanese, Federica Pellegrini e Renata Spagnolo durante la finale dei 4X200 metri Stile Libero donne ai Mondiali di Roma 2009, oggi 30 luglio 2009 . ANSA / ETTORE FERRARI / FRR

PADOVA. «Non ricordo né la mia ultima gara né l'ultimo allenamento”. Una cosa che accomuna Alice Carpanese, nuotatrice padovana olimpica a Pechino 2008, ad altri atleti top, è proprio il giorno in cui il costume è finito sul famoso chiodo. «Dopo il Sette Colli del 2013, l'ultimo a cui ho partecipato, non ricordo cosa abbia fatto. Forse un Trofeo del Santo». Come sfuma una carriera, terminata “sia perché non avevo più lo stesso spirito agonistico di prima né la voglia di continuare, sia perché il mio contratto con l'esercito era in scadenza e non l’avrei onorato in modo opportuno a un eventuale rinnovo. Ho preferito smettere, in modo leale”. Oggi Alice Carpanese è ancora primatista italiana nella staffetta 4x200 sl insieme all'altra padovana, Renata Spagnolo, a Federica Pellegrini e Alessia Filippi (7'46”57 , siglato ai Mondiali di Roma nel 2009). Dopo aver chiuso la carriera è stata diverso tempo in Germania col moroso storico, l'ex nuotatore Alessandro Defendi, con il quale vive a Perarolo di Vigonza. Inevitabile la domanda sui progetti di vita: «Ah, non ne sono ancora al corrente - e ride - Però a lui ho detto: 2017 non mi piace, 2018 è troppo avanti, mi sa che ti resta solo un'opzione. È che lui è ingegnere, deve prima valutare tutto. Poi sarebbe bello festeggiare così i 10 anni insieme, nel 2016».

Alice, se diciamo “ricordi”, cosa le viene in mente?

«Di tutto. Cose belle, brutte, sensazioni che se ci ripenso mi torna la voglia di nuotare. Mi manca l'adrenalina, partire dal blocco. Guardo le gare e mi chiedo perché non sono lì. A volte vorrei fare un allenamento “come-si-deve”, di quelli da cui uscivo stravolta ma soddisfatta. Credo che a un atleta top mancherà sempre quel “non so che”, quelle sensazioni che a fare la spesa non hai. Quando sei un agonista non sei una persona normale, anche psicologicamente. Devi avere un po' di follia per sopportare certi carichi di lavoro».

Cosa le manca?

«Moreno Daga, il mio allenatore. Siamo qui, ma non ci vediamo quasi mai. È il mio secondo papà. Qualche volta ci vediamo, ma non è più la stessa cosa, non c'è più quella quotidianità che ti permette di parlare di tutto. E poi mi manca il fatto di essere più giovane: sono passati due anni e mezzo in un batter d'occhio, ma quando nuotavo il tempo non passava mai».

E che cosa non le manca?

«I miei inseparabili male alla spalla e male alla schiena».

Lei fece parlare molto per un battibecco sui social con Federica Pellegrini…

«Non parlo di lei altrimenti poi ricomincia tutto. La stimo molto come atleta, non ci sarà credo mai più una nuotatrice brava come lei. È la migliore, era il mio modello quando nuotavo. Diciamo che da un punto di vista umano... beh, non voglio ripetermi».

E con Renata Spagnolo, l'amica-rivale in vasca?

«Siamo ancora amiche. Anzi, adesso è meglio perché non nuotiamo più. C'è sempre, finché nuoti, una certa rivalità, non credo a chi si allena insieme e dice di non essere in competizione. Ci siamo sempre volute bene, ma ora è meglio».

Quale la sua gara più bella?

«La staffetta 4x200 ai Mondiali di Roma. Pechino sì, ma mi è rimasto l'amaro in bocca per il costume che si ruppe. Roma è stata una figata. Sono andata come un missile, ho sentito il calore della gente che tifava, ero gasatissima. Purtroppo, nonostante il record italiano, abbiamo chiuso al quarto posto. Merito, o colpa, del costume gommato, che a me ha fatto più male che bene. Amen».

Uuna valutazione sul nuoto italiano ce la fa?

«Non sulla 4x200, vero? Sta diventando una gran bella squadra. Ci sono delle cose che non condivido, ma non è detto che abbia ragione io».

Oggi Alice Carpanese ha 27 anni, è rimasta nel gruppo Padovanuoto e fa l'istruttrice al Columbus di Abano. Ha ricominciato a studiare Lingue all'università.

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