«Padova, servirà una grande impresa ma Centurioni è l’allenatore giusto»

L’ex biancoscudato Carlo Perrone conosce bene il nuovo tecnico: «Può centrare la salvezza, non è una scommessa»
GUERRETTA AG.FOTOFILM PREGANZIOL UNION PRO1928-GIORGIONE, IN FOTO CARLO PERRONE
GUERRETTA AG.FOTOFILM PREGANZIOL UNION PRO1928-GIORGIONE, IN FOTO CARLO PERRONE



C’è sempre stato un filo, magari sottilissimo, che ha legato Matteo Centurioni a Padova nel corso della sua carriera. Contro il Padova ha vinto la finale playoff di Serie B festeggiando l’ultima grande impresa da calciatore, il Padova gli ha dato la possibilità di allenare per la prima volta una formazione Primavera e a Padova ha lasciato anche qualche fedele compagno di viaggio. Uno di questi è senza dubbio Carlo Perrone, ex biancoscudato, e vice-allenatore di quel Novara che fece lo sgambetto al Padova di Dal Canto nella celeberrima finale del 2011.

Perrone e Centurioni sono stati due tra gli artefici principali del miracolo Novara, uno in campo l’altro in panchina. E adesso Carletto chiede al suo vecchio capitano di provare a salvare la squadra della sua città. «Matteo? Un ragazzo meraviglioso», esclama senza esitazioni Perrone, attuale allenatore del Giorgione in Eccellenza, «ha una grande passione per quello che fa, ha voglia di mettersi in gioco ed è un lavoratore molto umile. Mi è sempre piaciuto come persona, gli faccio un augurio sincero anche perché avrà bisogno di molta fortuna».

L’occasione della vita gli capita alla guida di una squadra sull’orlo del precipizio. Quante chance ha il Padova di salvarsi? «Servirà un’impresa, c’è poco da girarci attorno. E non è vero che Centurioni non ha nulla da perdere, si è messo in gioco e spero gli vada bene. Davanti a sé ha mille incognite ma la squadra non è spacciata, anche se è davvero dura».

C’è chi ha parlato di scommessa dopo che è stata affidata la panchina biancoscudata a un allenatore all’esordio alla guida di una formazione professionistica. «Non sono d’accordo. Matteo ha qualità e passione, a volte si vuole rendere il calcio più complicato di quello che è. In realtà basta un po’ di semplicità, mettere in ordine i giocatori e lavorare soprattutto sull’aspetto psicologico. La situazione è difficile perché questa squadra non ha mai avuto una sua fisionomia chiara e ci sono pochi punti dai quali ripartire dando continuità. Ha poco tempo e dovrà riuscire a mettere i giocatori nelle condizioni di esprimersi al meglio. Se ce la farà potrà risollevarsi, perché alla fine questo Padova ha qualità».

Lei ha visto anche diverse partite della Primavera, che calcio giocava la squadra di Centurioni? «Si vedeva la mano dell’allenatore in tutte le partite dei baby. Non giocava sulle seconde palle o solo sulle qualità atletiche degli avversari. Aveva dato un’impostazione alla squadra, senza essere schiavo dei moduli ma capendo le caratteristiche dei giocatori e la posizione giusta dove metterli in campo».

È dura per un allenatore che ha sempre avuto a che fare con i ragazzini, entrare e imporsi in uno spogliatoio di adulti? «Ha esperienza di giocatore, però bisogna ammettere che arriva in una situazione complicata. Se avesse avuto il ritiro estivo sarebbe stato più semplice. Sono sicuro che il suo vice Esposito, un altro ottimo allenatore, sarà di grande aiuto. Spetterà però ai giocatori mettersi a completa disposizione». —



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