Punito dall’ex Cutolo Padova, altro scippo

Vince il Pescara 1-0, negato un penalty ai biancoscudati
Di Stefano Edel
pescara padova
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di Stefano Edel

INVIATO A PESCARA

Il gol dell’ex, al secolo Aniello Cutolo, complice un erroraccio di Cuffa davanti a Mazzoni, e un clamoroso rigore negato dall’arbitro Ghersini nel lungo recupero per un evidente fallo di mano di Balzano su tirocross di Ampuero. Il Padova non ci sta, si cuce la bocca nel dopo-gara, dove parla solo il presidente Penocchio, ma si batte anche forte il petto, al termine di una partita che l’ha visto contrapporsi con efficacia, per lunghi tratti, alla squadra più in forma del momento in serie B. Settima vittoria in nove gare per il Pescara, ora a tre punti dalla vetta, anche se bisognerà aspettare i risultati delle altre fra oggi e domani. La serie positiva dei biancoscudati si ferma a cinque risultati utili, ma nulla è perduto. Certo, fare una più che discreta figura in riva all’Adriatico e tornare a casa a mani vuote sa di beffa, ma purtroppo la sensazione è che quest’anno il conto con gli arbitri non si esaurirà più. Troppi errori e sviste da parte dei fischietti, costati almeno 3-4 punti. E se quel penalty fosse stato assegnato, com’era giusto, saremmo qui a commentare un pareggio pesante quanto un successo.

A viso aperto. Mutti se la vuol giocare a viso aperto, sebbene di fronte abbia un avversario tostissimo, reduce da sei vittorie e due pareggi. Ecco allora il 4-3-3 invece del più prudente 4-4-2, ma la scelta ci sta perchè il tecnico biancoscudato non ha esterni di ruolo disponibili. E con un centrocampo che, accanto al recuperato Iori, propone Osuji e Cuffa, la soluzione del tridente offensivo è logica. E paga, visto che il Padova non ha timori reverenziali nell’opporsi ai biancoazzurri di casa, temibili dalla metà campo in su, ma inclini a concedere qualcosa dietro.

Mazzoni superstar. Nel primo quarto d’ora il confronto è alla pari, e la prima occasione è per gli ospiti: 7’, punizione di Vantaggiato, esce male Belardi e respinge corto, Vantaggiato si allarga e calcia a rete, mischia e su tiro di Melchiorri la palla viene respinta da un difensore tra petto e braccio (aderente comunque al corpo): i veneti chiedono il rigore, l’arbitro dice di no. La replica di Balzano & C. è affidata a Maniero, che al 10’ si incunea benissimo in area centralmente e tocca verso la porta, ma Mazzoni è maestoso nel respingere di braccio ed evitare l’1-0.

Il pallino del gioco ce l’hanno in mano gli uomini di Marino, in superiorità numerica nel settore centrale (4 contro 3), e che quando mettono in moto l’asse di sinistra Rossi-Ragusa diventano insidiosissimi. Pasquato ferma fallosamente il mancino offensivo poco fuori area, venendo ammonito (16’), ma la punizione successiva non ha alcun effetto. Maniero è il terminale offensivo della manovra, e le sue “spizzate” ora a favore di Ragusa ora di Politano mettono sempre sotto pressione la retroguardia biancoscudata. Inevitabilmente, da uno scambio fra il centravanti e Rossi scaturisce la maggiore opportunità per il Pescara di passare in vantaggio nel primo tempo: al 22’ Legati atterra entro i 16 metri il centrocampista lanciato a rete e Ghersini indica il dischetto. A battere va lo specialista Maniero, che esplode un gran tiro centrale neutralizzato da una strepitosa parata di Mazzoni, con Laczko che poi sparacchia via il pallone danzante pericolosamente vicino al palo. Primo errore del bomber dagli undici metri, dopo tre esecuzioni perfette in precedenza.

Melchiorri vicino al gol. È una scossa salutare per i biancoscudati, che si scuotono e finalmente vanno sotto più convinti, costringendo l’avversario a serrare le fila. Al 33’ l’urlo del gol si strozza in gola quando Melchiorri, con una progressione ubriacante dalla destra, salta due biancoazzurri e si accentra, concludendo poi di sinistro: il pallone esce di un niente, alla destra di Belardi. Peccato.

Ma il Padova c’è e mette apprensione al Pescara, che in effetti nelle retrovie non sembra così solido (ha subìto 22 reti, le stesse dell’avversario).

Palo e poi Cutolo. Dopo l’intervallo i padroni di casa attaccano con decisione, ma non trovano varchi utili. Esce Melchiorri, per una botta, e Mutti passa al 4-4-2 con Ampuero. Su un cross di Politano dalla destra Perna di testa devia all’indietro e la palla sbatte sul palo (19’), poi è ancora Mazzoni a compiere il... miracolo, rfibattendo di piede una punizione di Brugman toccata dalla barriera (24’). Il Padova c’è, reagisce, getta nella mischia Rocchi, all’esordio stagionale, il quale, appena entrato, spara addosso a Belardi da pochi passi un pallone che era solo da mettere dentro (31’). Marino si gioca la carta dell’ex, Cutolo, contestato sin qui dai tifosi. E il “veleno” dell’esterno napoletano risulta mortale: Cuffa sbaglia, lui ne approfitta e segna. Il finale è da autentico thrilling: una punizione a due in area piccola non viene trasformata da Vantaggiato (45’) e infine il “mani” di Balzano (49’), visto da tutti tranne che da direttore di gara e assistenti.

È proprio un anno-no, il 2013. Ma non bisogna mollare, il Padova è vivo. Nonostante arbitri e (proprie) ingenuità.

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