Un “clasico” nato a Cittadella il baby Pegoraro a Barcellona

E se un giorno si ritrovassero da avversari nel “clasico”, uno con la maglia del Real e l’altro con quella del Barça? Fantacalcio, forse. Ma non è mica detto. Perché il talento non manca a nessuno dei due. Del piccolo Olghe Balliu, che dalle giovanili del Cittadella, provino dopo provino, è arrivato a Madrid, entrando nell’orbita dei blancos, hanno parlato giornali, siti e tivù di tutto il paese. Il nome di Giosuè Pegoraro, invece, ancora non si è conquistato la ribalta nazionale. Ma la sua storia non è molto diversa da quella del “collega” di vivaio. Sì, perché pure Giosué, 14 anni da compiere a ottobre, dribbling su dribbling è entrato nell’orbita di un grande club. Quello blaugrana.
A raccontare la sua storia sono mamma Marta e papà Jonata, che vivono a Montorso Vicentino: «Giosuè la scorsa estate ha partecipato al camp che il Barcellona ha organizzato a Caldogno, ed è stato subito notato dai tecnici della società catalana, che lo hanno selezionato per partecipare a un torneo in programma nelle strutture che affiancano il Camp Nou dal 13 al 20 aprile. Lì si svolgerà un’ulteriore selezione, ma intanto ci speriamo, anche perché Giosuè è stato tra i primi ragazzi a essere precettati».
Erano circa 120 i bambini e ragazzi che si sono allenati a Caldogno, cittadina vicentina che, a proposito di piedi buoni, ha dato a suo tempo i natali a un certo Roberto Baggio. Altri camp analoghi erano in programma in contemporanea a Città Sant’Angelo (Pescara), Napoli, Castelnuovo del Garda (Verona), Livigno, Perugia e San Marino. Pochi i “prescelti”: in sostanza i baby giocatori che servono a formare una squadra di calcio. Giosuè sarà interamente spesato nella sua trasferta e sarà, ovviamente, accompagnato dai genitori. «Lui sa che la scuola ha la precedenza, ma, allo stesso tempo, vogliamo incoraggiarlo: è giusto creda nel suo sogno», continua mamma Marta, che rimarca come il figlio sia velocissimo e come sia già abituato ai sacrifici, «perché tre volte a settimana da Montorso si sposta a Cittadella per gli allenamenti, raggiunto dal pulmino del club. Tra andata e ritorno vanno via un paio d’ore solo di viaggio: in genere parte alle 14 e rientra a casa alle 19.30. Ma nella società granata è seguito ottimamente e si trova bene. E poi, appunto, riesce a cavarsela con lo studio: frequenta la terza media e l’anno prossimo probabilmente sceglierà un istituto tecnico a indirizzo biologico».
Manca il ruolo: terzino sinistro. E qui a dire la sua è papà Jonata, che lavora come autista nel Vicentino e che ha un passato da calciatore di buon livello, avendo giocato in C/2 ai tempi del Marzotto Valdagno: «C’è una grossa differenza tra lui e me: Giosuè sa usare tutti e due i piedi. Più che mancino è ambidestro».
Milanista, il baby talento granata ha gli idoli che hanno tutti alla sua età: Messi in primis e poi Ronaldo. «Come per Olghe, anche a lui i mezzi tecnici non mancano», sottolinea Cristian La Grotteria, responsabile del settore giovanile del Cittadella, «riscontrare così tanta qualità nei ragazzi del territorio non può che farci piacere. Noi diciamo loro di stare con i piedi per terra, ma intanto è giusto che vivano queste possibilità. E poi, chissà che un domani non li si possa vedere in campo in un Real-Barcellona…». —
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