Valencia, la Ferrari a caccia di conferme

E sono sette. Vincitori per sette gran premi. Mai successo nella storia della Formula 1. In Canada è arrivato il sigillo di Lewis Hamilton (mancava solo lui). Il campionato resta apertissimo, avvincente e soprattutto divertente. In 21 punti sono racchiusi cinque piloti e in testa c’è il ferrarista Fernando Alonso. A Valencia, circuito in cui i sorpassi sono un’impresa e le temperature dell’asfalto raggiungono valori record, lo spettacolo non mancherà.
La freccia d’argento. Sembrava appannato, troppo impreciso per competere con i grandi del circus. Hamilton invece ha ritrovato la cattiveria giusta e in Canada ha fatto tutto secondo i piani. Aggressivo nei momenti chiave del gran premio, attento e parsimonioso nella gestione delle gomme. Spietato grazie a una McLaren che sul passo di gara sembra non avere rivali, o meglio, grazie alla sua McLaren. L’altra Freccia d’Argento infatti sembra destinata ad un ruolo di comparsa. Jenson Button, dopo il successo nell’esordio australiano, ha collezionato solo rimpianti. La situazione del team di Martin Whitmarsh è molto simile a quella della Ferrari dove Fernando Alonso è il leader incontrastato e Felipe Massa un semplice comprimario.
Sprofondo rosso. In tema di Ferrari però stavolta è arrivato il momento di tirare le orecchie agli uomini di Maranello. La F2012 a Montreal sembrava la vettura più dinamica, l’unica in grado di tenere il ritmo della McLaren. Quello che però non ha funzionato è stata la gestione degli pneumatici. Nella parte conclusiva del Gp, quando Alonso pareva in grado di insidiare le posizioni che contano, c’è stato un crollo verticale nella prestazione delle Pirelli. Un crollo che poteva essere previsto e arginato con una tattica di gara differente. Il quinto posto finale dell’asturiano è di quelli che gridano vendetta: la Ferrari finalmente sembra un’auto al passo con il resto della concorrenza, ma se i punti vengono gettati al vento dal muretto allora tutto diventa più complicato. Alonso ha mandato giù il boccone amaro con il solito aplomb.
La nave non affonda. Sebastian Vettel si immaginava un avvio di campionato nettamente diverso. La sua Red Bull non è più quel mostro di prestazioni che nelle ultime due stagioni ha messo in fila tutti. La nave austriaca rischia di affondare sotto i colpi di Ferrari e McLaren, ma è proprio il tedesco due volte campione del mondo a tenere in vita la speranza. Resta lucido, non perde la testa e la squadra dimostra di avere più attenzione alle gomme di quanto non abbia avuta la Rossa. E la Red Bull è ancora al comando del Mondiale costruttori.
La terra di nessuno. Da quando il Gp d’Europa si disputa a Valencia (2008) l’unico a dimostrare affinità con il circuito cittadino spagnolo è stato Sebastian Vettel (vincitore delle ultime due edizioni). Difficile però capire quale vettura di adatterà meglio al tracciato iberico. Una cosa è certa: sarà fondamentale mettere le ruote davanti a tutti già dalle qualifiche perché di sorpassi se ne vedranno pochi. Altro punto da non sottovalutare è l’usura delle gomme: le temperature equatoriali che si registreranno nel week-end metteranno a dura prova gli pneumatici. La Ferrari in questo contesto ha già sbagliato una volta: errare è umano, preservare sarebbe più che diabolico.
Addio mamma Rai. Se il presente parla di un campionato all’insegna dell’incertezza, c’è una sicurezza per il futuro prossimo. La Rai infatti ha rinunciato all’esclusiva sulla Formula 1 in favore di Sky che dal 2013 sarà in prima linea nella trasmissione di tutte le gare. La tv satellitare a pagamento, dopo il dominio nel mondo del calcio e l’ormai prossima avventura delle Olimpiadi di Londra, si accaparra anche il Circus della F1. La Rai avrà il diritto di trasmettere in chiaro solo 9 gran premi su 20 nella prossima edizione del mondiale. I tifosi sono divisi: c’è chi applaude alla novità visto il ricambio nei commentatori e l’incremento delle ore di diretta. C’è anche chi storce il naso perché dovrà dotarsi del decoder di Sky per seguire le gare. Quello che sembra chiaro è che anche stavolta la tv di Stato è costretta ad alzare bandiera bianca.
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