L’analisi sul turismo: «Più marketing su Colli e località minori»
Crosta della neonata Fondazione dedicata a Padova, Terme e Colli Euganei
analizza quali sono i punti di forza e di debolezza del territorio. E ancora: «Mancano cuochi e baristi»

«Al turismo di Padova e provincia in generale do un 7 e mezzo. Sono stretto di manica, sono votato al sacrificio. Nel nostro territorio è stato fatto molto, ma l’inespresso è ancora tanto». Temevamo di metterlo in imbarazzo chiedendogli i voti, uno ad uno, sulle zone, le attività, le peculiarità del turismo padovano, invece Roberto Crosta, amministratore unico della nuova Fondazione Turismo Padova, Terme e Colli Euganei e segretario generale della Camera di Commercio di Padova, è stato disponibile all’analisi, ha risposto puntualmente, snocciolando numeri, sottolineato eccellenze, elencando aspetti da migliorare e potenziare del variegato universo del turismo padovano.
Sono dati-bussola importanti perché ci dicono dove sta guardando la Fondazione e dove investirà. Partiamo dai punti di forza. «Le Terme sono riconosciute a livello internazionale, meritano un bel 9. Anche all’Urbs Picta va un voto alto perché ha dato un enorme impulso a tutto il territorio. Se gli stranieri erano appannaggio solo delle Terme e dei Colli, ora anche in città si sente parlare inglese, francese, tedesco».

Il turismo religioso? «Lì si giocano due campionati: il turismo legato al Santo vale un dieci e lode e anche di più; la chiesa padovana sta puntando sui percorsi giubilari che sono stati messi in rete, darei un 7 perché ci sono notevoli margini di miglioramento».
I Colli Euganei? «Sono stati riscoperti dal punto di vista naturalistico, delle escursioni. Va potenziata l’attività di marketing, è stato geniale legarli con le Terme, ma, anche in questo caso, si può fare molto di più con percorsi enogastronomici, cicloturistici, senza dimenticare il turismo fluviale che può essere collegato. Altro aspetto che funziona è la collaborazione tra istituzioni alla quale do 9».
Veniamo ai giudizi non positivi. Che cosa funziona poco e va migliorato? «A Padova mancano alberghi, nel senso di posti letto: 1800-2000, al netto degli Airbnb, sono pochi. Il voto è 5. Per questo come Camera di Commercio abbiamo spinto per un hotel in Fiera. Ma la partita più importante riguarda la mancanza di personale nell’intero territorio: baristi, camerieri, cuochi. Come Fondazione investiremo nella formazione professionale coinvolgendo gli Its e l’Università. Dobbiamo poi spingerci oltre».
In che senso? «Senza giri di parole il territorio ha bisogno di personale straniero. Potremmo formarlo all’estero coinvolgendo la rete mondiale delle Camere di Commercio».
Altre azioni concrete? «Serve una segnaletica che renda i percorsi cicloturistici sui colli della Bassa Padovana più accessibili a tutti. Serve un maggior coordinamento tre gli eventi ed attività nel capoluogo e in provincia. Vanno valorizzati i musei dell’Università, alcuni sono chiusi o non accessibili. Le città murate meritano un sette, ma c’è da lavorare. Carcassonne, in Francia, è una cittadina murata, non ha nulla più di Cittadella o Montagnana ed è un fenomeno turistico».
«Abbiamo già parlato con i sindaci e vogliono lavorarci. Come Fondazione – conclude Crosta – ci concentreremo sicuramente sul turismo minore e sul turismo lento: tantissimi stranieri si muovono in bicicletta. Serve poi una maggiore sinergia con Venezia e Verona. Naturalmente non diamo colpe a nessuno, anzi. Mettendoci insieme riusciremo a fare qualcosa di davvero importante».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova