A fuoco l’auto di Sinagra Brisca

Secondo rogo in un anno per il ragioniere della «Cricca della logistica»: incendio forse doloso

di Enrico Ferro

L’auto e lo scooter avvolti dalle fiamme nel cuore della notte. E’ successo ancora, per la seconda volta nel giro di in un anno. Non è una Ford Focus qualunque quella andata a fuoco l’altra notte nel cortile del complesso residenziale in via Panzacchi 11 alla Guizza: è l’auto di Paolo Sinagra Brisca, 63 anni, rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulla cricca della logistica: una storia di cooperative, di lavoratori sfruttati, di posti di lavoro che si sono dissolti nel nulla, di gente che ora si trova rovinata. Dunque per la seconda volta in poco più di un anno la vettura di Sinagra Brisca è stata distrutta dalle fiamme. La polizia sta indagando per stabilire se si tratta di un rogo doloso. Se così non dovesse essere, si tratterebbe di una incredibile coincidenza.

L’ALLARME. L’allarme è scattato verso l’1.30 quando alcuni residenti si sono accorti delle fiamme che avvolgevano la Ford Focus parcheggiata nel cortiletto della bifamiliare. Accanto c’era uno scooter, anche questo completamente distrutto. In via Panzacchi sono intervenuti i vigili del fuoco e gli uomini della scientifica della questura.

I RILIEVI. La perizia stilata dai vigili del fuoco potrà stabilire se si tratta di un incendio di natura dolosa o se tutto è stato causato da un corto circuito. Gli agenti, intorno alla carcassa dell’auto, non hanno trovato alcun tipo di innesco, pezzi di plastica o stoppini. Dal canto suo anche Paolo Sinagra Brisca di fronte ai poliziotti ha ripetuto più volte di non aver ricevuto minacce o intimidazioni.

IL PRECEDENTE. Il 17 novembre dello scorso anno finì in fiamme un’alta auto di sua proprietà: una Ford Fusion. Un episodio praticamente identico a quello dell’altra notte, sempre in via Panzacchi, sempre nel cortile della sua abitazione. Anche in quel caso non si riuscirono a stabilire le cause, nessun indizio portava nella direzione del rogo doloso.

SOTTO CHOC. «Non dico niente, non voglio dire niente». Paolo Sinagra Brisca risponde al telefono di casa con un filo di voce ma non vuole commentare il fatto, non se la sente di fare ipotesi o di raccontare quel che è accaduto. Bocche cucite anche tra i vicini di casa, che forse hanno compreso la situazione complessa.

GUAI GIUDIZIARI. E’ stato rinviato al 23 gennaio 2012 il filone principale dell’inchiesta che vede a giudizio Willi Zampieri, Patrizia Trivellato e Paolo Sinagra Brisca. L’accusa per loro è di associazione a delinquere, omesso versamento di imposte e evasione fiscale. Il sistema che contesta la guardia di finanza era talmente semplice da risultare anche banale. Willi Zampieri, attraverso un consorzio vinceva gli appalti della logistica (grazie ad un ribasso che sbaragliava la concorrenza) e poi affidava i lavori alle decine di coop (tutte con sede in corso Stati Uniti 18/b) i cui lavoratori venivano pagati in nero, mentre i documenti contabili (versamenti Iva e contributi) delle stesse venivano falsificati in maniera quasi perfetta dal commercialista Paolo Sinagra Brisca e dalla consulente del lavoro Patrizia Trivellato.

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