A Padova i Covid point sono quasi deserti: meno accessi ai tamponi

PADOVA Ci si era “abituati” alle code in strada fuori da drive-in, alle file di metri e metri all’Euganeo, alle lunghe attese notturne fuori dal Covid Hospital di Schiavonia, alla zona industriale intasata di Cittadella. Ieri, nel penultimo weekend di questo primo mese dell’anno, gli scenari erano ben altri: parcheggi vuoti nell’ex ospedale di Monselice, gazebo praticamente inattivi nei complessi Ai Colli di Padova, quasi il vuoto al Covid Point di Cittadella. Il numero degli accessi ai punti-tampone è drasticamente calato. E se non ci sono i numeri a confermarlo – l’Usl 6 fornirà la settimana prossima un bilancio di queste ultime settimane di tamponi – ci pensano sicuramente le immagini.
attività ridotta
Il sabato, a Padova, il Covid Point dello Stadio Euganeo – attivo dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 19 – si ferma e lascia spazio a quello del complesso sociosanitario Ai Colli, che opera dalle 8 alle 20. Le giornate da 1.000-1.100 tamponi al giorno – e delle code anche da tre o quattro ore – viste all’Euganeo sono un lontano ricordo, così come la pazienza di cui ci si doveva armare il weekend in via dei Colli. Basti pensare che nel primo giorno di attività, a fine ottobre, erano centinaia gli utenti che si erano presentati nel complesso del distretto Padova Bacchiglione per sottoporsi al test, con oltre 600 tamponi effettuati a fine della prima giornata. Ieri mattina gli spazi di triage allestiti all’esterno erano quasi vuoti.

Stessa cosa dall’altra parte della provincia, a Monselice, in uno dei drive-in più trafficati dell’Usl, quello dell’ex ospedale. La lunga coda di auto che spesso e volentieri sfociava fino nella regionale 10 ieri era pressoché nulla. Decisamente ridotti pure gli accessi al Covid Point notturno di Schiavonia, aperto ogni sera dalle 20, dove in certi momenti qualcuno si è trovato ad attendere anche tre ore per il proprio turno nel cuore della notte.
Non va diversamente a Cittadella: laddove c’erano code che si diffondevano in tutta la zona industriale, ora c’è il deserto. Sono attese ridotte a zero, da almeno una decina di giorni, nella zona industriale al confine fra Cittadella e Tombolo dove è stato allestito il tendone del punto tamponi. Qui le auto in attesa, per centinaia di metri, si snodavano lungo l’area produttiva, creando anche qualche disagio. Nella tarda mattinata di ieri al massimo c’erano due persone ad aspettare il turno.
le motivazioni
Sono molti i fattori che concorrono al crollo dei tamponi. In primis c’è chiaramente la curva epidemica in calo: meno casi, minore necessità di test. Sono inoltre mutate le regole dello screening: ora il contatto stretto di un positivo viene collocato in isolamento per 10 giorni, senza il tampone iniziale, mantenendo solo quello di “uscita” trascorsa la quarantena. E ancora: sono aumentate le realtà che possono fare il tampone, sgravando così quelle dell’Usl. Da qualche giorno è possibile sottoporsi al test in farmacia, ma sono anche lievitati i centri privati che offrono questo servizio. Il costo è peraltro calato, e c’è evidentemente chi preferisce spendere una somma contenuta piuttosto che rischiare lunghe attese, magari all’esterno sotto le rigide temperature invernali. —
nicola cesaro
silvia bergamin
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