A Padova la prima gara mondiale di rianimazione neonatale

Da giovedì in Azienda Ospedale Università la “sfida vitale” tra  35 scuole di specialità in Pediatria: 7 squadre in cinque gironi

Simonetta Zanetti
I professori Baraldi, Da Dalt e Trevisanuto con la squadra degli specializzandi e il dg Dal Ben
I professori Baraldi, Da Dalt e Trevisanuto con la squadra degli specializzandi e il dg Dal Ben

Si chiama il “minuto d’oro” ed è quello più importante, talvolta addirittura decisivo nella vita di un neonato, quello dei primi, fondamentali, respiri. Che talvolta tardano, pericolosamente, ad arrivare: se il 10% dei piccoli appena venuti al mondo necessita di qualche manovra di base e il 5% ha bisogno di ventilazione, nell’1% dei casi si verifica un’asfissia imprevedibile, per cui il bimbo ha bisogno di essere intubato. In questi casi, i neonatologi, non possono sbagliare.

Per questo, il Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino ha deciso di inanellare un altro primato, questa volta mondiale, organizzando la prima gara di rianimazione neonatale, che si terrà da giovedì a sabato, in Azienda Ospedale Università: 35 scuole di specialità – sulle 37 italiane – con cinque gironi ciascuno da sette squadre che dovranno affrontare almeno sei partite di fronte a  giudici in arrivo da tutto il paese.

A presentare l’iniziativa, il Dipartimento della Donna e del Bambino con la sua direttrice, la professoressa Liviana Da Dalt,  il professor Eugenio Baraldi, direttore della Scuola di specializzazione e il professor Davide Trevisanuto della Terapia Intensiva Neonatale, assieme al direttore generale dell’Azienda Giuseppe Dal Ben: un “gioco” terribilmente serio, formativo e innovativo.

Sul tavolo, infatti, un bambolotto assolutamente realistico, in grado cioè di “interpretare” un neonato in sofferenza a tutti gli effetti.

A disposizione del team 10 minuti per salvargli la vita, quindi 20 dedicati al debriefing, per permettere alla squadra di capire cosa ha funzionato e cosa no. Con la consapevolezza che la rianimazione neonatale è l’emergenza più frequente cui il pediatra sarà esposto nella sua carriera. 

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